Bilbao-Onton-Santoña

21 Ottobre 2021 0 Di wp_1499909

16-17 settembre 2021. 85 km circa

85 km in due giorni, ma non sono poi così pochi, considerando le salite che ci sono qui. Lunghe, dure, con strappi durissimi, per fortuna di solito corti, in cui devi spingere la bici stando in punta di piedi, quasi in ginocchio, per fare più forza. Sei costretta a scendere di sella, è la bici stessa che ti costringe a farlo, se non vuoi che si ribalti all’indietro. Il territorio qui é talmente “ondulato” che le salite non hanno solo la pendenza in verticale, ne hanno pure una laterale e tu devi pedalare in obliquo per vincere la somma vettoriale delle forze gravitazionali dovute alle pendenze. Un dato significativo: oggi, quasi 50 km, velocità media 9 km/h, massima 53 km/h, frenando ovviamente, il che dà l’idea delle pendenze. ‘Na faticaccia! Mi salvo, quando la salita è pedalabile, evadendo con la mente, perdendomi in mille meandri di progetti, fantasie, versi di canzoni, calcoli matematici… di tutto un po’ e la salita finisce, e comincia la discesa e così per tutto il giorno. Non riesco più a fare la minima previsione di tappa. Stasera avrei voluto arrivare a Santander o almeno a Somo, dove si prende un traghetto per Santander, ma l’imprevisto era in agguato sotto la forma di una bassa marea che ha fatto incagliare l’ultimo traghetto per Santoña. Per oltre un’ora, dalla spiaggia di Laredo, insieme agli altri aspiranti passeggeri, abbiamo assistito ai vani tentativi di altri due battelli, giunti in soccorso, di disincagliarlo. Finché la compagnia di navigazione si è arresa ed ha mandato due auto sostitutive: sulla prima sono saliti tre giovani pellegrini e una donna colombiana, mentre il marito di quest’ultima, che mi è stato di grande aiuto per trascinre la bici sulla sabbia, ed io abbiamo preso posto sulla seconda, Toby in braccio e bici smontata. L’auto ci scarica al porto di Santoña dove, finalmente un caso fortunato, si trova l’albergue municipal. Piove, ha iniziato da poco, sono le nove meno dieci, l’albergue chiude tra dieci minuti e io devo rimontare il tutto. Uno dei tre pellegrini, un ragazzo tedesco, torna indietro per dirmi di avere già annunciato il mio arrivo alla reception e che vedremo come fare col cane. L’addetto alla reception, un impiegato comunale, è gentile e comprensivo. Mi indica dove lasciare la bici e mi dice che Toby deve dormire lì. È il corridioio di una palestra,  ci sono bagni e docce, gli dico che posso dormire lì anch’io, poi arriviamo alla conclusione che, se gli altri occupanti del dormitorio assegnatomi, i tre pellegrini con cui sono arrivata, altre due ragazze spagnole, un signore svizzero in bici e una tedesca, non hanno nulla in contrario, Toby può dormire con me, a patto che domattina me ne vada prima delle nove per non creargli problemi con la collega che verrà a dargli il cambio. Saliamo insieme a fare questo sondaggio, io con Toby in braccio: è la mia arma segreta, so che è irresistibile 😉 Infatti. Come lo vedono è tutta una coccola, un accarezzarlo… ammesso all’unanimità! Anche quando in bici attraversiamo i centri abitati, intorno a noi è tutto un “mira al perro en el carrito”, in tanti mi chiedono il permesso di fotografarlo, di accarezzarlo…Toby, sei unico!
E sto ritrovando il mio cammino, già dall’albergue di ieri sera, a Ontón, gestito da Maria, la proprietaria, con l’aiuto di un paio di amici. Avevo percorso solo 37 chilometri, avrei potuto proseguite ancora per un’ora, ma visto l’albergue, “Tu camino”, con i pellegrini seduti davanti, scene comuni in tutti i camminii fatti finora e che credevo che ormai si fossero perdute, ho deciso di fermarmi. Tutti i pellegrini hanno dimostrato simpatia per Toby, tutti, tranne un’anziana signora che quando, a cena comunitaria conclusa, me lo sono andata a prendere sulla panchina a cui l’avevo legato fuori, ha storto il naso. E, proprio per questo, Maria mi aveva fatto montare la tenda nel prato fuori; comunque, quando dopo cena, a dormitorio chiuso, mi sono fermata lì per lavorare un po’ al mio blog mentre il telefono si ricaricava, mi ha lasciato tenere Toby con me. Unico rimpianto: non essere riuscita neanche stavolta a visitare il museo Guggenheim.