Sainte Marie sur mer – Noirmoutier en ile.
28 agosto 2021. 75 km
Bella tappa, grazie Velocèan che, come prima La Loire a velo, mi indica la retta via. Se dovessi dar retta alle Google maps mi ritroverei a pedalare sulle autostrade… no, quelle no, perché le ho impostate senza autostrade anche per la macchina, eppoi dovrebbe saperlo Google che non si può andare in autostrada in bici. Dovrebbe, perché la strada principale dell’isola Noirmoutier é una dipartimentale, vietata alle bici, ma tutte le volte che, essendomi probabilmente persa un segnale, chiedevo aiuto a miss Google, mi ci mandava infallibilmente.
Stamattina sono partita di buon’ora dopo una notte di rotolamenti a causa del piano inclinato su cui avevo montato la tenda, ripagata al risveglio dalla vista sull’oceano non appena tirata la cerniera della porta. Sono passata a salutare Isabelle e Francesco, che ancora dormivano, mentre erano già svegli Sylvie e Armand. Comincio da loro poi busso al furgone blue marine. Francesco e Armand mi aiutano a far superare la ripida rampetta di accesso al mio camping improvvisato e Isabelle esce in vestaglia rosa a salutarmi: altre persone che occuperanno uno spazio nel mio cuore.
Prima tappa il bar tabacchi già aperto per le petit dejuner. Come quasi sempre in Francia il bar ha il caffè, ma per le brioches bisogna andare alla boulangerie, davanti alla quale c’è già una lunga fila. Poco male, il telefono avrà il tempo per ricaricarsi. Credevo di essere già a Pornic, ma, come mi ha detto Isabelle, siamo a Sainte Marie sur mer, a Pornic mancano due chilometri e mezzo di saliscendi che ricopro abbastanza in fretta. Carina Pornic, tipica cittadina portuale. Devo decidere se andare a visitare l’isola Noirmoutier cioè dedicare a questo la giornata di oggi. Ma quando ci ricapiterò qui e poi, che fretta ho?
L’isola ha due accessi: un ponte, da cui tornerò domani, e “le passage du Gois”, percorribile solo con bassa marea, da un’ora e mezza prima a un’ora e mezza dopo. A 16 km da Gois incontro dei signori appena scesi dalla loro auto che hanno la tabella con gli orari delle maree. Sono le 15.15, ora, guarda caso, della bassa marea. Devo affrettarmi se voglio passare. Di fare due volte il ponte neanche a parlarne, piuttosto rinuncio a visitare l’isola e tiro dritto.
La mia velocità media è bassissima, intorno ai 12 km orari; in un’ora e mezza ce la posso comunque fare, ma mi dò tempo fino alle quattro e un quarto… e arrivo alle quattro: ho volato! Ah, quando si ha uno scopo…
Pedalo da dopo Pornic in un paesaggio piatto, con poche piante e tanta acqua, molto particolare. Sospetto che tutti quegli stagnetti bene ordinati siano allevamenti di ostriche e più avanti ne avrò la conferma. Il passaggio di Gois, che avrei trovato aperto per un’altra ora almeno, ha un fondo a piastrelloni tipo pavé, ma di una regolare forma quadrata: consumati dalle maree, sono dei veri e propri triturareni; tutto intorno macchine parcheggiate, ancora per poco, i cui proprietari si dedicano alla raccolta delle vongole che staccano con una specie di lungo coltello.
All’ufficio del turismo del primo paese che incontro sull’isola, Barbatre, mi informo sui campeggi, soprattutto se hanno posto, ne scelgo uno vicino a Noirmoutier-en-ile e pedalo alla sua volta; ancora una ventina di chilometri.
Mi illudo che ci sia ancora il tempo per un bagno, visto che il camping é vicinissimo alla spiaggia. Macché! I soliti contrattempi me lo fanno perdere questo tempo ed anche quello per un caffè perché, dove ce l’avrebbero, al bar del campeggio successivo, ci arrivo alle dieci passate, attirata dalla musica, ma avevano appena pulito la macchina!























