1 luglio 2020. Marsaglia – Sestri Levante

Km 86
… e poi in treno fino a Sarzana perché ho promesso ad un’amica che sarei arrivata da lei a Grosseto venerdi sera, per poter passare insieme il week-end in cui lei è libera. Altrimenti, con le ulteriori salite da affrontare, la cosa sfumerebbe.
La tappa di oggi è stata abbastanza piacevole, con parecchia salita, però non eccessivamente dura. Sosta ristoro ai tavolini di un caseificio, dove abbiamo praticamente pranzato a base di formaggio e yogurt; sosta successiva al passo della Forcella dove Francesca mi sta aspettando in compagnia di un anziano ciclista che le decanta le virtù della sua bicicletta a pedalata assistita. Gentilissimo, ci regala una busta di pizzette artigianali piccoline, davvero molto buone. In un bar di Borgonovo Ligure incontriamo un superciclista, partito stamattina da Brescia e che ci ritornerà entro sera. 400 chilometri, in un giorno solo! Ovviamente con la bici da corsa, ovviamente solo su strade a scorrimento veloce. Mi chiedo che senso abbia, ma ognuno é diverso e non ci si deve permettere di giudicare. Se lo fa, lui ci troverà il suo perché. La strada per Chiavari-Lavagna, l’unica possibile oltre all’autostrada, finora molto piacevole, con l’Aveto che scorre a fondovalle, adesso non lo è più: dovunque ti fermi dai fastidio a qualcuno che, proprio lì, deve girare, parcheggiare, scaricare… il solito problema della Liguria, terra stretta tra l’Appennino e il mare, che ha sempre sofferto di mancanza di spazio. Per fortuna a Lavagna ci arriviamo con due belle ciclabili, quella dell’Ardesia dapprima e poi quella dell’Entella, lungo l’omonimo fiume.
Raggiungiamo la stazione per prendere un treno per Sarzana e ci consigliano di partire da Sestri Levante per evitare un cambio in più… già bisogna cambiare a La Spezia. Sono pochi chilometri sull’Aurelia sulla quale, a un certo punto, prima della galleria, compare un carrello di “vietato alle bici”. E adesso? Decidiamo di proseguire lo stesso e, all’imboccare la galleria capiamo il perché del divieto: a causa di lavori, c’è un senso unico alternato e la corsia é strettissima; passare a lato dei veicoli, con le bici rese ingombranti dalle borse, è davvero pericoloso. Ma c’è il marciapiede nella parte dei lavori: passiamo di lì. Tutto bene finché, raggiunta la zona dove gli operai stanno effettivamente lavorando, non si passa. Ma lo stradino africano ci lascia passare, anzi ci aiuta a far passare le bici al di là della scivolosa fanghiglia. Più avanti un altro operaio, italiano stavolta, fa molte più storie perché non dovremmo essere lì, ma poi alla fine deve aver capito che ormai mancano pochi metri al termine della galleria e che rimandarci indietro sarebbe peggio. Sul lungomare di Sestri possiamo pedalare su una bella ciclabile ed inizia la caccia al tesoro per trovare la stazione. Dopo qualche avanti e indietro la raggiungiamo, facciamo i biglietti e con l’aiuto chiesto ad altri passeggeri, riusciamo a raggiungere il binario (ci sono solo scale e le bici non entrano dell’ascensore). Stessa scena a La Spezia… com’ è comodo caricare la bici sul treno in Italia!
Da Sarzana a Luni, dove siamo attese da Gabriele, socio, come Francesca, di Servas, un’associazione per lo scambio gratuito di ospitalità ispirato al pensiero di Gandhi. E Gabriele, dopo una lunga chiacchierata e dopo le docce di rito, ci porta a cena in un risorante tipico all’aperto, di quelli alla buona sullo stile di una volta che qui sopravvive ancora. Cena ottima in ottima compagnia. Io però sono stanchissima, sto crollando. Buonanotte…
il Trebbia la Madonna dei Roccione Liguria: si cambia regione Rezzoaglio l’Aveto Farfanosa passo della Forcella Borgonovo Ligure la ciclabile dell’Entella Basta montagne: siamo al mare! … a Lavagna