Mostar

16 Ottobre 2023 0 Di wp_1499909

12 ottobre 2023

Ed oggi mi dedico a Mostar. 12 km in bici su strada abbastanza trafficata. Se cerchi stradine laterali, a parte il fatto che spesso non portano da nessuna parte e ti tocca tornare indietro, c’è il problema dei cani che, come mi hanno spiegato, qui in Bosnia fanno i cani. Nel senso che, se anche hanno un padrone, e te ne accorgi dal collare e da una specie di clip verde sull’orecchio, stanno liberi per strada, sono abbastanza grandi e quando si accompagnano in tre o quattro fanno un po’ paura. Quattro grossi cani mi hanno inseguito ieri, in una strada di paese, con macchine e gente che passava e si limitava a spostarsi più in là. Mai senza spray al peperoncino!

La strada entra in Mostar tra due cimiteri islamici, uno per lato, con relative moschee. Seguo le indicazioni per lo stari most, il ponte vecchio, rifatto nuovo dopo che i bombardamenti l’avevano distrutto. E i segni dei bombardamenti sono ancora presenti sulle case bucherellate o addirittura semidistrutte. Ci sono molti cantieri che le stanno ristrutturando, la rinascita della città non è ancora del tutto completata. Visito il museo, pet friendly, del genocidio dei musulmani nella guerra ’92 – ’95, una cosa impressionante. Il museo si trova in una delle strade che scendono verso il ponte, in piena zona turistica, fra gruppi che sciamano, affollando bar e negozietti e la cosa stride un po’, fatico ad abituarmi.

Girare per Mostar in bici non è facile: la città è tutta su e giù e ci sono anche molte scale. Per fortuna trovo chi mi aiuta a superare un paio di punti difficili. Trovo anche un ristorante in cui pranzare vicino all’altro ponte patrimonio UNESCO, Crocked bridge. Mi compro una camicetta leggera al mercato perché sto scoppiando dal caldo di questo strano ottobre, cerco un bancomat UniCredit per prelevare qualcosa… qui la carta non la accettano quasi mai e almeno non pago commissioni: mai regalare soldi alle banche, è una questione di principio. Mi giro un po’ anche le zone meno centrali, trovo dei bei murales… Decido di aver visto abbastanza: se torno adesso ho ancora il tempo di allungarmi fino a Blagaj per visitare la Dervish House. Bellissima, arroccata contro un’alta falesia illuminata dai raggi del sole al tramonto, dove il fiume ha scavato una grotta e forma laghetti e piccole cascatelle. Molto scenografico e ne hanno giustamente approfittato i tanti bar, bancarelle, ecc. Tutto molto carino. Per entrare nelle stanze mi fanno mettere il velo. E dire che Johann mi aveva detto che a Blagaj non c’era niente! Adesso però è ora di tornare al mio camping; siamo all’imbrunire e non vorrei arrivare col buio. Doccia, ottima cena per sei euro e a nanna. E anche oggi un bel 40 chilometri in bici ce li siamo fatti.

La Dervish House