E ancora Portogallo

7 Maggio 2024 0 Di wp_1499909

Giovedì 21 marzo.

Primo giorno di primavera, primo giorno in Portogallo dopo la notte passata a pochi chilometri dal confine in un bellissimo, ma carissimo (27 euro, argh) campeggio sul.mare a Mazagón, appena dopo Matalascañas e il parque de la Doñana, posti per me moolto significativi.
Giornata iniziata con la pioggia, mattinata dedicata al bucato (lavadora e secadora del camping) e, complice un occhio di sole dopo la pioggia, ad arieggiare ed asciugare tenda e pertinenze. Pomeriggio on the road, direzione Portogallo, la quasi 300 chilometri per incontrare un’amica che sta percorrendo a piedi la rota vicentina. Ma si rivelerà una serata da dimenticare.

Serata da dimenticare. ma la notte no, come cantava Renzo Arbore. Parcheggio camper spettacolo, libero, quasi deserto, affacciato sull'”alcantilado” di una spiaggia per nudisti, raggiungibile con belle passerelle di.legno. Che passeggiata, vero Laila? ♥️

Venerdì 22 marzo.

Sines ci accoglie col cammino di Santiago: mappa e descrizione di un po’ di tappe, flechas amarillas… E una stupenda ciclabile che lascio per proseguire sulla passerella di legno prospicente la scogliera. Una meraviglia!
Rileggendo il mio blog del 2016, quando risalii, partendo da Tarifa, tutta la penisola iberica, scopro che a Sines ci ero arrivata dopo una notte di incubi e forte malessere. Però di queste passerelle mi ricordo; non del paese anche se ci ero salita. Stavolta me la sono goduta di più.

Sabato 23 marzo. Mattina: Setùbal

Nella piazza principale stanno montando un presidio pro Palestina. Fin ao genocidio/Palestina livre 👏👏👏

Sabato 23 marzo. Pomeriggio: Lisboa.


Questa è la quarta volta a Lisboa. Mi sono lasciata trasportare dalle gambe e dall’istinto, gironzolando per la città. Sono risalita fino alla basilica de la Estrela, con davanti l’omonimo, bellissimo, parco. Ho attraversato per ben tre volte il.ponte del 25 aprile, la prima per necessità, le altre due, avanti e indré, per sbaglio.
Per raggiungere il bel parcheggio di stanotte, davanti al porto, mi sono girata Lisbona di sera/notte su e giù per le ripide stradine, sono passata dalla centralissima plaza do comercio, e non so de si poteva 😅 Mágico, con tanta gente in giro, musica, luci…
Non voglio pensare a quante infrazioni devo avere fatto, mi aspetto una raffica di multe al ritorno 🤥
Cosa succede se non si pagano quelle prese all’estero? Ti fanno una rogatoria internazionale? 🤔
Programma per oggi, domenica delle palme: giro in bici per Lisbona lungo il Tejo, poi al Cabo la Roca a godermi il tramonto più occidentale d’Europa E con questo il Portogallo, almeno sulla costa, per me non ha più segreti 😀

Domenica 24 marzo.

In giro per Lisbona in bicicletta. Incontro tre italiani, Anna, Guglielmina e Alberto. Pranzo insieme vicino al monastero de los Jerónimos, non senza qualche difficoltà, sempre per Laila. Qui in Portogallo i cani non sono graditi… comunque un piatto di riso con i wurstel, fuori sul marciapiede (ma noi eravamo seduti vicino alla vetrina) gliel’hanno dato 🙂🐶 Poi si visita il monastero. Lo avevo già addocchiato ieri, ma non ci ero andata per la difficoltà di far passare la bici + carrellino sul ponte pedonale… il bello di essere in compagnia 🙂

La giornata si conclude, una volta tanto come preventivato, con il tramonto al Cabo da Roca, il punto più occidentale d’Europa, il motivo principale per il quale sono ritornata in Portogallo. Avrei potuto anche passarci la notte, ma al tramonto era già tutto chiuso, non avrei trovato un posto per mangiare qualcosa e passare un’oretta al caldo prima di infilarmi nel sacco a pelo nella mia tenda sul tetto. Così ho raggiunto un paese vicino, Colares mi pare, dove ho mangiato una pizza e trovato un parcheggio in cui pernottare.

Ce ne sta di roba in questa macchina!
La torre di Belem
Praca do commercio
Amalia Rodriguez
Con Anna e Guglielmina
Il monastero de los Jerónimos
Cabo da Roca: più a ovest in Europa non si può

25 marzo, lunedì. Obidos – Figuera da Foz.

Obidos. Alzi la mano chi è stato in Portogallo e l’ha visitata. Io l’ho scoperta per puro caso, solo perché non faccio mai l’autostrada. È un vero gioiello medievale, circondata da una lunghissima cinta muraria su cui salì all’inizio e scendi alla fine, non ci sono uscite intermedie. Molto turistica, ovviamente, ma italiani zero. Sono quasi tutti portoghesi e spagnoli, ma si sente qualcuno parlare in inglese; ho incontrato anche una coppia di giapponesi. Gli italiani vanno a Lisboa, Porto, Fatima, qualcuno a Sintra e Coimbra, nell’Algarve … Faro, Porto Covo, Sagres con il cabo S. Vicente (negli ultimi anni la rota vicentina è diventata di moda). Stop. Ho girato più di mezza Europa, soprattutto in bicicletta, ed è così ovunque, i turisti italiani vanno solo nei posti famosi, gli stranieri… tedeschi, inglesi, francesi e nordici in genere, invece sono più attenti e vanno alla scoperta anche di questi gioielli ignorati dai circuiti turistici.

26 marzo, martedì. Figuera da Foz.- Vila Nova de Foz Coa.

Il tempo peggiora. Mi sveglio a Figuera da Foz dopo una notte di pioggia in riva al mare… ma vuoi mettere addormentarsi cullati dal rumore della pioggia e delle onde? Quando dormivo in posti al coperto, che fossero hostal, hotel o alloggi di fortuna, queste cose me le sognavo! Di solito aprivo la finestra su un brutto cortile interno. Passeggiata mattutina lungo il mare e per le vie del centro. E spunta il sole. Sulla spiaggia c’è una costruzione sulla quale avvisto la parola “duchas”. Speranzosa vado a vedere. Evvai! Doccia calda per 1,50 €! Ne ho proprio bisogno e mi ci fiondo. Laila mi aspetta in macchina, che vado a prendere e parcheggiare lì a lato. Entrata col sole, esco sotto la pioggia, ma bella ripulita. Ieri sera avrei voluto dormire sotto un bel castello, ma in quel paesino non c’era proprio niente per cui ho deciso di scegliere, su consiglio del Park4night, Figuera da Foz. Peccato perché anche il paese precedente, Montemor o Velho aveva un bel castello. Imposto Coimbra sul navigatore e mi ritrovo a passarci: stavolta non me lo lascio sfuggire! E ci passo il resto della mattinata. A Coimbra ci arrivo sotto una pioggia battente, parcheggio irregolarmente vicino all’università e cerco di raggiungere il centro, ma piove troppo e poi ci sono già stata. È una bella città, l’avrei rivista volentieri. Sarà per un’altra volta. Proseguendo sotto la pioggia, senza rendermi del tutto conto di dove mi trovo, approdo a Vila Nova de Foz Coa e nella piazza Mayor trovo un ristorante aperto. Sapendo che i cani non sono graditi, lascio Laila in macchina e invece qui poteva venire. Il proprietario mi dice di andare a prenderla. Questo signore è anche un musicista e regala agli avventori presenti (una coppia sudamericana oltre a me) un concertino dopo cena. E la notte mi regala un bel cielo stellato e la luna piena.

27 marzo, mercoledì. Vila Nova de Foz Coa – Sendim.

Già dopo Lisbona ho abbandonato la costa per puntare verso Sendim, o meglio, Aguas Vivas, il paesino dove vivono Candida e Bruno che dopo avermi ospitato l’anno scorso sono diventati cari amici. Quindi: Vila Nova de Foz Coa che, adesso ricordo, è il paese delle carote, celebrate nelle rotonde e ovunque se ne presenti l’occasione. Poi Miranda do Duero, legata al ricordo incancellabile di quando, seguendo lo stupido Google Maps mi sono trovata a percorrere cinque chilometri cinque su uno sterrataccio del tutto inadeguato per una bicicletta, con conseguente rottura del cambio. A Miranda do Douro vi sono approdata fortunosamente, accompagnata da un veterinario incontrato nel bar fortunatamente aperto dell’ultimo pueblo spagnolo. Sono ripassata, a piedi, davanti all’unico albergo dove mi hanno accettato col cane, ho visitato per bene il castello, seguito un bel percorso naturalistico lungo il Douro, comprato un dolce pasquale tipico, mangiato la “francesinha”, un panino caldo imbottitissimo e pesantissimo… e finalmente ci sono arrivata a casa loro. Mi fermerò fino a domani dopo pranzo, non di più perché Laila si sta dimostrando aggressiva con i loro cani. Bruno l’ha afferrata per il collo e l’ha costretta a terra in posizione di sottomissione. Mi ha spiegato che è una manovra che tutti gli addestratori di cani fanno, che non è dannosa per il cane e che serve a fargli capire chi comanda. Me ne ricorderò la prossima volta che la piccola sciagurata mi morderà.