Un assaggio di Andalucia
Giovedì 29 febbraio Venerdì 1 marzo. Cañar
Ogni promessa è debito, anche se Carita non ci credeva che sarei passata a trovarla. La gente parla, ma non mantiene, pensava. Non io, ed eccomi a Cañar, un paesino arroccato, molto in alto, il più alto dell’Alpujarra, sierra Nevada, raggiunto attraversando i Monegros: un percorso solitario, in cui, fatta eccezione per Cantavieja, altro paesino arroccato annoverato a ragione fra i più belli di Spagna, non ho incrociato una sola macchina per decine di chilometri. Da quelle parti passa il cammino del Levante e quindi nessuno stupore: anche allora, quando lo percorsi in bicicletta, ricordo chilometri e chilometri nel nulla, solo piste di terra fra distese di campi, senza un albero a darti un po’ di ombra, senz’acqua, senza case, senza nessuno. Finalmente una cittadina, La Roda, per cui passa il cammino di Santiago, quello del levante per l’appunto e da cui devo essere passata. Controllerò. Al tramonto, La Mancha di don Chisciotte, mi regala un cielo dove nuvole minacciose si tingono di un rosso acceso. Mi fermo a dormire a Caspe e l’indomani raggiungerò il cortijo dove Carita vive con Kamal quando non è a La Herradura, al mare, a tenere lezioni di yoga. Ancora più in alto di Cañar, raggiungibile con una stradina, a tratti sterrata, ma soprattutto a strapiombo sul vuoto. Da paura, ma Carità dice che ci si abitua. Ed è vero: quando l’ho ripercorsa, andata e ritorno, per la seconda volta (solo dopo essere scesa con Carita al paese ed averla salutata mi sono accorta di aver dimenticato il telefono a casa sua 😱) mi ha fatto molto meno paura
Cantavieja La Roda La giornata termina sotto un cielo di nuvole e fuoco … e all’alba del giorno dopo un velo di nebbia impreziosisce la valle Sullo sfondo la Sierra Nevada Orgiva
Cañar