E ancora Andalucia

20 Aprile 2024 0 Di wp_1499909

Venerdì 8 marzo

Il mio viaggio riprende, inizialmente senza variazioni. Punto su Gibilterra, poi, invece di attraversare lo stretto alla volta del Marocco, costeggerò l’Andalusia e risalirò dal Portogallo. Ritornerò da Carita, stavolta sul mare, e da Candida e Bruno, quando sarò ormai a pochi chilometri da Zamora. Mi tocca rinunciare al Marocco per non mettere a repentaglio la vita di Laila: solo una settimana prima della partenza da Cuggiono, mi sono resa conto che, solo dall’anno scorso, viene richiesta, per uscire con un cane da un paese non libero dalla rabbia, una titolazione degli anticorpi contro questa malattia presenti nel suo sangue. Ormai non c’era il tempo di farlo, ma il veterinario aveva minimizzato, secondo lui non me lo avrebbero chiesto. Il veterinario spagnolo, invece mi ha terrorizzato: senza questo certificato, o, se faccio fare la titolazione in Marocco e l’esito fosse infausto, Laila verrebbe sequestrata e ” sacrificata”. Mamma mia! Ci andremo dopo l’estate, dopo che avremo visto l’esito in Italia prima di intraprendere il viaggio.

Nel pomeriggio passo per, Ledesma. E mi fermo a visitarla. Muy bonita 😉

A seguire Ciutad Rodrigo, annoverata tra più belle di Spagna. Una riscoperta: ci ero già arrivata qualche anno fa, sbagliando strada, mentre seguivo il Duero dal Portogallo puntando su Zamora. Non mi ero accorta di seguire invece un suo affluente, il rio Águeda. Ma stavolta me la sono girata ben bene, in meno tempo, ma con più attenzione.

Sabato 9 marzo. Cordoba.

Tempo incerto, pioggerellina, poi è spuntato il sole e mi sono goduta il paseo lungo il Guadalquivir. Nella Mezquita non sono entrata: l’avevo già visitata e adesso con Laila sarebbe stato un problema.
E per una volta, Murphy ha fallito: tornata alla macchina e data la pappa a Laila sotto una nuova pioggerellina… il tempo di mettere in moto e si è scatenata una forte pioggia, con grandine addirittura! Notte in un’area camper abbastanza vicina a Granada… sotto la pioggia, of course, dopo una cena a lume di camino acceso in un vicino ristorante perché il temporale aveva fatto saltare la corrente 😅

Domenica 10 marzo, Granada.

Che dire? Non mi è piaciuta molto, Alhambra a parte, che quando la visitai anni fa, avevo giudicato una delle opere più belle create dall’essere umano. Ma la città è caotica e, a parte alcune strade del centro, ma non tutte, non un granché. Oggi pioveva e aveva luogo una corsa benefica.
Nota lieta: l’incontro, stavolta non del tutto casuale, con Marina e Paolo nell’ultimo giorno della loro vacanza spagnola ❤️

Lunedì 11 marzo. La Herradura.


Finalmente al mare, finalmente il sole, finalmente in bici. Oggi 35 km, che sembrano pochi, ma con le salite che ci sono qui… Carita adesso è qui, in questo bel paesino in riva al mare, l’ultimo della provincia di Granada. Nel pomeriggio, di ritorno dalla mia escursione in bici, vado con lei alla sala comunale dove dà lezioni di yoga. Va da sé che ne prendo parte. É uno yoga molto più energetico di quello, tutto basato sull’ascolto del proprio respiro, suli’introspezione, che avevo seguito anni fa (ed avevo deciso che non faceva per me). Questo mi piace di più, crampi a parte. Come mi ha spiegato Carita, sono i miei muscoli che si ribellano: prima contratti dalla pedalara e poi allungati con gli esercizi yoga 😂

Martedì 12 marzo.

Secondo giorno in bici. Sole, posti bellissimi, ma che fatica! Salite impedalsbili, e per spingere la bici ho dovuto legare Laila al guinzaglio del carrellino: non che mi aiutasse granché, ma almeno mi risparmiavo il suo peso

Giovedì 14 marzo. Malaga.


Anche Carita oggf doveva andare a Malaga, cos¡ le ho dato un passaggio. Sosta pranzo e passeggiata sulla spiaggia a Benajarafe. A Malaga, dopo esserci salutate con promessa di rimanere in contatto, ho parcheggiato la macchina, montato bici e carrellino e via alla scoperta di questa bella città. Con una sorpresa: l’incontro con Roberto Iudica cicloviaggiatore alla mia maniera di una volta, prima dell’aggiunta della macchina.
Rimpiango questo modo estremamente libero di viaggiare, ma nel contempo riconosco i vantaggi di questo nuovo assetto… tutto non si può avere 😥

L’incontro con Roberto: noto questo cicloviaggiatore stracarico, lo fotografo e lo fermo chiedendogli in spagnolo se parla spagnolo. Mi risponde no, sono italiano. E allora mi riconosce, e riconosce Laila: ci siamo già incontrati al porto di Genova a marzo dell’anno scorso. È vero, adesso mi ricordo anch’io. Ben ritrovato Roberto 🚲🚲

Venerdì 15 marzo. Torremolinos.

Mítica meta di vacanze di molti italiani negli anni 80, attratti soprattutto dai prezzi, moolto più bassi che in Italia. Ora non più. L’Andalusia è diventata un po’ come l’Algarve portoghese, colonizzata dagli stranieri: tedeschi, olandesi, inglesi. Ed è diventata cara.
Di italiani finora ho incontrato solo Roberto nonostante lui mi abbia detto di averne invece incontrati tanti.

Lascio la macchina nel grande parcheggio sul mare dove ho passato la notte e raggiungo Torremolinos seguendo una ecovia ben segnalata. Un bel ponte ciclopedonale di legno mi permette di attraversare i due fiumi che sfociano qui vicino. A parte i grattacieli nati negli anni del boom turistico, Torremolinos `carina, ha un bel centro storico e strutture moderne che regalano soste di riposo all’ombra nei torridi mesi estivi. Mi concedo una pedicure, di cui avevo tanto bisogno! E ritorno al parcheggio di Malaga seguendo una stradina sterrata in salita: sempre meglio della trafficata nazionale!

Per la notte scelgo il parcheggio del centro ospedaliero di Teba, da cui si gode una splendida vista del castello.

Sabato 16 marzo. Ronda.

Per visitarla lascio la costa e devo dire che ne è valsa la pena. Ronda è davvero una bella città. Mi costa anche una bella scottatura per i 20 km quasi tutti di salita dell’andata. Salita non particolarmente dura, comunque, sullo sterrato della cañada real ci ho impiegato quasi tre ore, soste sotto il sole comprese. Così, quando mi sono fermata a mangiare in un ristorantino all’entrata di Ronda, ho avvertito un forte bruciore alle braccia che avevano assunto il solito colore rosso violaceo delle bruciature da sole. Nonostante i 30° abbondanti ho cambiato la maglietta con quella nera… argh!… con le maniche lunghe e sono partita alla scoperta della città. Tutta saliscendi, of course, come ogni posto di montagna che si rispetti.
Nel parco l’incontro con due signore spagnole, Carmen y Isabel, che vivono in una cittadina vicino a Sevilla. Siamo rimaste d’accordo che quando ci arrivo le contatto. Come amo questi aspetti dei viaggi!
Ritorno quasi tutto in discesa lungo la strada: in un’oretta scarsa sono al campeggio di Setenil dove stamattina ho lasciato la macchina e dove passerò la notte. Doccia sontuosa e cena con la mezza mezza ración di frittura di pesce avanzatomi a pranzo. Al ristorante del campeggio me l’hanno scaldata nel microonde, ma mi hanno fatto storie per lasciarmi mangiare ai loro tavoli. Ho preso cerveza y café e sono riuscita a patteggiare un tavolino all’aperto dove potevo tenere anche Laila. Come sembrano lontani i tempi (pochi anni fa) in cui quando chiedevi ad un barista se potevi consumare il cibo che avevi con te ti sentivi rispondere un sonoro “Hombre! Claro que si”. Spagna mia, non ti riconosco più! 😥

Domenica 17 marzo. Gaucín.

Qualcuno l’ha mai sentito nominare? Io me ne sono innamorata, un paesino meraviglioso sulle montagne della serranía di Ronda. Me lo sono girata tutto a piedi per un paio d’ore circa.
Eventi di rilievo di oggi:

  • la macchina si rifiutava di partire. I vicini di piazzola hanno cercato invano di aiutarmi, non rimaneva che il soccorso ACI. Ma oggi è domenica, mi avrebbero portato la macchina in un deposito in attesa dell’indomani. Meglio rimanere un’altra notte in campeggio. Non doma, consulto il.libretto delle istruzioni, scoprendo che oltre al.malefico start & go c’è anche uno start & stop che di deve essere attivato per sbaglio
    E bastato schiacciare un tantino e tutto si è risolto. Maledetta elettronica!
  • la domenica è il giorno dei motociclisti che in gruppi numerosi “infestano” le strade, soprattutto quelle di montagna. Uno di loro mi stava venendo addosso, l’ho schivato per un pelo. Ha battuto col braccio contro la fiancata della mia macchina. Mi.sono fermata, sono scesa a vedere se aveva bisogno di aiuto, ma era già circondato dai suoi amici motociclisti. Nessun danno, per fortuna, ma che spavento!
  • sono a un passo da Gibilterra, ho parcheggiato proprio davanti alla rocca. Domani ci vado in bici, la macchina la lascio qui, e me la giro: 20 km scarsi in tutto.
    Buonanotte 🌜

18 marzo. Gibilterra.

Gibraltar in spagnolo. Sono a un passo… insomma passo, c’è comunque da attraversare l’omonimo stretto… dal Marocco 😅
Primo assaggio di Regno Unito, anche se qui siamo in Europa nonostante la brexit: guida a destra, non serve il passaporto per entrare, non mi hanno chiesto i documenti del cane, che avevo dimenticato in macchina e tornare a prenderli mi è costato 26 euro e la mattinata persa a gironzolare per La Linea (niente di che) per la riparazione di una ruota del carrellino che, nel rovesciarsi in una curva stretta, ha riportato una foratura e svariati raggi rotti.
A saperlo che non sarebbero serviti!
Carina Gibilterra, molto British. Le scimmie non le ho viste, bisognava salire con la funicolare e io ero troppo carica. Comunque la punta si gira in un paio d’ore, sono 20 chilometri scarsi, con salite dure tornando sulla costa orientale, mitigate però da alcune gallerie.
Stasera avrei voluto trovare una lavanderia e un posto dove fare una doccia, ma niente da fare: domani il campeggio si impone, a Cádiz spero.

Martedì 19 marzo.

Un attro incontro, con un altro viaggiatore doc: Roberto, milanese, che sta girando l’Europa a piedi col suo cane Trébol. E 30 chili sulle spalle. Buon cammino Roberto.


Mattina: Barbate, complice l’incontro con Roberto e il suo cane Trébol. Speravo di rivederli a Barbate, anche se non è che tra i cani ci fosse una gran simpatia. Comunque ci siamo godute, Laila ed io, una meravigliosa passeggiata sulla spiaggia. E sono quasi sicura di esserci passata da Barbate nel 2016, quando ho risalito la penisola iberica da Tarifa, ma viaggiare in bicicletta sulle ciclabili, mi sto rendendo conto, ti dà l’impressione di muoverti in una dimensione diversa, non ti dà appieno l’idea della vita reale nei luoghi che attraversi. Il che ha pro e contro.

Martedì 19 marzo, pomeriggio. Cadiz.

Bellissima città già col sole, resa magica dalla nebbiolina che si è alzata all’imbrunire.

Mercoledì 20 marzo. Sevilla.

Olé! La mia terza volta in questa splendida città, ma se capiterà ci ritornerò volentieri