Medjugorje

14 Ottobre 2023 0 Di wp_1499909

13 ottobre 2023

Ieri Medjugorje. Dal mio campeggio 60 km in bici andata a ritorno. Un itinerario bellissimo che mi sono trovata da sola dopo qualche orribile centinaio di metri su strada trafficata, tutto lungo la Narenta, un fiume incantevole che, nel punto in cui riceve un affluente, che mi sembra si chiami Buna, forma tutta una serie di cascatelle in un canyon a livello del suolo nella roccia e un cartello lo segnala quale monumento naturale. Ed è stato proprio cercandolo che ho trovato il bel percorso su stradina secondaria, asfaltato, piacevolissimo che è poi una ciclovia, sul tracciato della ferrovia che le corre a lato. La segnaletica riporta il logo di una locomotiva le cui ruote diventano una bicicletta.
Mi conduce fino ad una chiesa con davanti delle bancarelle che vendono souvenir di Medjugorje che è però un bel po’ più in alto: otto chilometri di dura salita. Ci sono due donne alle bancarelle, con un bambino e un delizioso cuccioletto di shitzu di due mesi, un amore. Ho pensato di lasciare lì la bicicletta e di salire a piedi. Avevo già preso accordi con loro, legata la bici e cominciato ad avviarmi quando mi sono fatta due conti realizzando che ci avrei messo almeno cinque ore a salire e scendere e mi sarei ritrovata a pedalare al buio. Torno indietro ed affronto la salita, davvero dura per i primi quattro cinque chilometri, sotto i 36° del sole implacabile dell’una di pomeriggio che diventa quasi le tre quando arrivo. Sopravvissuta alla salita che ha cominciato a spianare un po’ proprio quando Laila si è rifiutata di continuare a camminare sull’asfalto facendomi capire che voleva rientrare nel suo carrellino… capito? Proprio una vita da cani! Comunque per una volta la legge di Murphy ha fallito… o forse la vicinanza di Medjugorie ha fatto il suo piccolo miracolo 🙂 Scherzo, naturalmente.

Si continua a salire, ma è una salta dolce, con il percorso indicato da pannelli e da una bella segnaletica arancione con loghi della bicicletta, di una freccia, di un fiore. Non appena approdata nella cittadina sento parlare in italiano. Sono un gruppo di Palazzolo, nel bresciano, che si sono organizzati con due pulmini e sono venuti in pellegrinaggio con il loro parroco. Per molti non è la prima volta, ci tengono soprattutto ad entrare nella casa di … boh, una delle veggenti e invitano anche me. Una casa normale, con una grande stanza trasformata in cappella. Non mi ha trasmesso nessuna emozione, non è stato come con il corpo incorrotto di Bernadette o con le scelte di vita dei francescani che mi avevano accolto anni fa sulla via Francigena. Eppure questa gente si emoziona, prega, spesso piange. È pieno di italiani che altrove non si vedono. Come me, conosceranno di fama tre località bosniache: Sarajevo, Mostar e Medjugorje e lì vanno. Le altre non esistono, ma è un vero peccato; come ho già scritto, sto scoprendo una Bosnia bellissima. Scopri, conosci ed esplora: Angelo Branduardi, questo verso del tuo Kyrie eleison l’hai scritto proprio per me. Salgo comunque a vedere la collina delle apparizioni, quella già molto più significativa. Ho fatto una dura salita, ho fame! Un’altra apparizione, decisamente più prosaica è quella di un ristorante italiano dove, con 10 euro scarsi, mangio degli spaghetti aglio olio e peperoncino veramente ottimi ed una squisita fetta di torta al cioccolato. Oltre a birra e caffè. La chiesa non si può visitare perché stanno celebrando un matrimonio. E Si fa l’ora di ritornare, sono trenta chilometri, anche se stavolta prevalentemente in discesa. Ma l’imprevisto è in agguato: mi cade la catena, anzi di più, si incastra dietro i pignoni, proprio su un tratto di strada trafficato. Nessuno si ferma ad aiutarmi, è già tanto se non mi stirano. Invece dopo un po’ si ferma una ragazza, Ivana. È in ritardo, tutta elegante e con le lunghe unghie laccate di bianco, ma mi aiuta lo stesso. È brava, ha delle idee sul da farsi, ma quella vincente è la mia di mettere la bici gambe all’aria. Col risultato di perdere una vite del carrellino, per fortuna ritrovata tra l’erba, ma la molla no. Comunque, visto che dall’altra parte c’è dovrebbe resistere. Grazie Ivana ❤️ Nonostante i guanti che ti ho fornito, te ne vai al tuo appuntamento in ritardo e con le mani sporche, una vera prova di solidarietà femminile. Questa non era la strada dell’andata, ho realizzato poi. E menomale che non ho lasciato la bici dalle due simpatiche signore!