Bosnia Erzegovina

11 Ottobre 2023 0 Di wp_1499909

6 -7 – 8 ottobre 2023

La Bosnia mi sta piacendo ogni giorno di più. Pensavo ad un attraversamento rapido… Sarajevo, Mostar, Medjugorje… ma credo che ci passerò diversi giorni. Appena entrata mi sono apparsi due minareti, ricordandomi che qui sono musulmani. Poi ho scoperto che sono anche ortodossi e cattolici… beh, Medjugorje… soprattutto nell’ Erzegovina; ad essere islamici sono i bosniaci. Sto scoprendo un territorio bellissimo e non ancora fagocitato dal turismo di massa.

Questo è il terzo giorno nei dintorni di Jajce, una bella cittadina sulla strada per Sarajevo ricca di meraviglie naturali come il lago Jezero, all’interno di un parco, con una zona di tanti piccoli mulini… un incanto… o le cascate che il fiume forma qui in città. Niente di paragonabile al turismo di massa di Plitvice. Davanti ai mulini ci ho parcheggiato e dormito poi, il giorno dopo, mi sono fatta 40 chilometri in bici, riuscendo a variare la strada del ritorno scoprendo da sola il tracciato di una, almeno credo, ferrovia dismessa che finiva con tre gallerie, all’ultima delle quali ho preferito una incantevole passerella di legno sul lago. Durante il percorso ho incontrato Sergi, cicloturista di Barcellona, che mi ha consigliato di andare a Pecka, che credevo un paese, assicurandomi che ne sarei stata entusiasta. Ma ho calcolato, giustamente, che rischiavo di dover tornare col buio così mi sono fermata a Šipovo, poi, ritornata alla macchina lungo il bel percorso di cui sopra, ho messo sul navigatore offline l’indirizzo che mi aveva dato lui, Pecka Visitors Center, che credevo un ufficio del turismo e dopo vari errori e incongruenze nelle indicazioni sono approdata ad una casa nel nulla. Appena scesa dalla macchina due ragazzi mi hanno invitata ad entrare: sicuramente, mi dicono in inglese, dentro è più caldo. Chiedo loro dov’è Pecka, qui intorno non vedo niente, e mi rispondono che Pecka non esiste e che Pecka visitor center é questa casa. Decido di fermarmi per la cena, a base di porcini, perché una delle attività a cui si dedicano qui é la ricerca dei funghi ed oggi ne hanno trovati davvero tanti. Molti degli ospiti parlano inglese, ma una ragazza, Maia, parla anche un buon italiano ed è molto simpatica. Laila incassa la sua dose di coccole, ma quando entra la cuoca e la vede e pretende che esca la teniamo nascosta sotto il tavolo e finisce la sua serata sul divano in braccio a una ragazza. Io invece finisco la serata addormentandomi sullo stesso divano mentre intorno a me bevono grappa 🙃 e, quando mi risveglio, mi accorgo che qualcuno mi aveva coperta con un plaid: era stata la stessa ragazza che coccolava Laila. Sono cose che fanno piacere, avrei voluto salutarle, lei e Maia, il mattino dopo, ma stavano ancora dormendo.

Io invece sono ritornata a Jajce per visitare il paese, davvero molto bello, dominato da una fortezza e attraversato da un fiume che forma delle cascate spettacolari. Attraversando il ponte, sento parlare in italiano: sono Massimo e Mira. una coppia di volontari di Biella impegnati nell’ aiuto ai migranti che arrivano via terra dalla Turchia, provenendo dai più disparati Paesi asiatici e perfino dall’ Africa o da Cuba. Parliamo a lungo, ci scambiamo i contatti. Laila, per tutto il tempo, staziona in braccio a Mira che alla fine fatica a ridarmela.

Un altro bell’incontro era stato poco prima con due austriaci che si erano offerti di tenere Laila mentre io visitavo le catacombe, Johann e Varta? … un nome che non ha l’equivalente italiano. Magari li rincontrerò, hanno un itinerario simile al mio.

Scendendo lungo il fiume verso le cascate avevo visto un itinerario in bici fino a Sarajevo. Decido di seguirlo in macchina con la speranza di trovare un bel tratto pedalabile. Primo paese: Donji Vakuf. C’è un fiume, potrei pedalare da qui. Parcheggio e scendo a guardarmi intorno: naaa! È un posto squallido, penso che non debba essere piacevole viverci. Riparto e attraverso Trevnik e poi Zenica, due belle cittadine, ma ormai si è fatto tardi per la bicicletta: per oggi non si pedala. Mi fermo a mangiare lungo la strada poi, vinta dal sonno, addocchio un bel parcheggio sotto gli alberi e decido che può essere un buon posto per passarci la notte. È semideserto, ma la mattina presto si anima. Gironzolando scopro di essere a Visoko e che oggi è giorno di mercato. E inizierò anche a rendermi conto della realtà bosniaca. Visitando il mercato… mi voglio comprare un pigiama bello caldo perché la notte si gela nonostante il sacco a pelo invernale… vedo che ci sono molte persone che vendono cose molto vecchie. Non hanno una bancarella, le dispongono per terra al massimo su un telo: scarpe vecchie, vestiti usatissimi e dall’aria sporca, roba che non metteresti mai nei contenitori per il terzo mondo e qui invece la vendono addirittura, segno dell’estrema povertà di alcune fasce della popolazione. Per contro, soprattutto lungo il fiume, la Bosna, si vedono belle case, accanto ad altre più modeste o fatiscenti; per le strade circolano auto di lusso, ma anche vecchie carrette dei tempi della ex Jugoslavia.

Tornando a me, trovo il pigiama e anche delle babbucce di lana. Oggi voglio arrivare a Sarajevo. Sono senza connessione, non sono ancora riuscita a trovare una scheda dati. Col WiFi del bar in cui ho fatto colazione ho sentito Sergi e ci siamo accordati per dormire in un campeggio a un tre chilometri prima di Sarajevo. Anche qui c’è un buon wifi. Quando arrivo a Sergi mancano ancora una trentina di chilometri, quelli che mi pedalo anch’io verso il centro di Sarajevo andata e ritorno. Quello che vedo non mi entusiasma, ma alla città vecchia non ci sono ancora arrivata. Sarà per domani.

Bihac
Scendo apposta a visitare questa bella chiesa che vedo dalla strada
E stasera mi addormento davanti a questo
Sono mulini
Oggi pedalo lungo un bel fiume
Sembra un hórreo galiziano
L’incontro con Sergi, di Barcellona
Sipovo
E ritorno a Jajce da una ferrovia dismessa
… per finire su questa passerella sul lago
E oggi visitiamo Jajce
Laila e Attila
Massimo e Mira
Risveglio a Visoko
Visoko

9-10 ottobre 2023. Sarajevo

11 ottobre 2023

Oggi pedalo. Lasciata, in macchina, Sarajevo in direzione Mostar, mi fermo a Konijc, una cittadina che mi sembra carina. Lo è infatti; il suo ponte è patrimonio UNESCO ed il fiume che la attraversa sfocia in in bel lago, Jablaničko jezero (oramai è assodato: jezero vuol dire lago 🙂), che decido di circumnavigare. All’andata la strada è bella: tanta salita, ma tranquilla e pochissimo trafficata, quella del ritorno lasciamo perdere. Un incubo! Macchine e camion che mi sfrecciavano a lato, non ho visto neanche un segnale del metro e mezzo per sorpassare un ciclista, suppongo che in Bosnia questa norma non esista ancora. Qui guidano perfino peggio che in Italia: i limiti di velocità sono dei meri numeretti su cartelli messi lì per arredare le strade, non li rispetta nessuno e così pure i divieti di sorpasso, anche con doppia linea continua. Percorso pianeggiante, ma come ho rimpianto la salita dell’andata!

Comunque è stata una bella pedalata, 50 chilometri filati, con brivido finale, ma non per il traffico! Mi si era quasi scaricato il cellulare e in modalità risparmio energetico non mi indicava i luoghi salvati. Per fortuna… la necessità aiuta l’ingegno e anche la memoria… sono riuscita a ricostruire il percorso fatto dal parcheggio al centro e a recuperare la macchina. Una volta messo in ricarica il telefono, ho trovato un messaggio di Johann con l’indicazione del suo campeggio, vicino s Mostar. Stupendo! Ci arrivo tardi, ma trovo la reception ancora aperta. Che meraviglia questo campeggio! Sono gentilissimi, per 10 euro hai tutto compreso, elettricità, doccia calda, perfino le bevande… caffè, birra, acqua minerale, sono offerte da loro. Mi hanno regalato anche una bottiglia di vino, un bel grappolo d’uva e un dolcetto. Ci resterò almeno due notti. E domani Mostar.

Konjc
Finalmente ecco apparire il.lago
Argh! Ma senza troppo peso non è poi così dura
Si passa sull’altra sponda
C’è anche un’isola
E davanti a questo edificio bucherellato dalla guerra…
… ritrovo la mia macchina 👃

12 ottobre 2923. Mostar

13 ottobre 2023. Medjugorje

21 ottobre 2023

Foca, Visegrad

Ritorno in Bosnia. In realtà credevo di essere in Serbia, mi aveva tratto in inganno quel “Repubblica di Srpska” alla frontiera, che avevo frettolosamente interpretato come una trasposizione dal cirillico per Serbia. Invece è una delle tre parti in cui è divisa questa nazione, le altre due sono Bosnia ed Erzegovina.Avrei potuto tirar dritto fino a raggiungere la Serbia, ma la prima città.da cui sono passata, Foca, mi ha incuriosito. L’ho girata a piedi e ci ho fatto pure la sosta pranzo. Poi Visegrad, che ho trovato bellissima a cominciare dallo stari most che è stato il suo biglietto da visita. E ci ho tirato sera. In Serbia ci sono arrivata col buio e sotto la pioggia 😅

Credevo di essere in Serbia…



… e invece sono tornata in Bosnia
Foca
Invidia e nostslgia
Piove. Sposa bagnata….
Visegrad
L’entrata di Andričgrad, città nella città
Bosniaci famosi (?)