È ora di fare in po’ di pulizia

9 Luglio 2023 0 Di wp_1499909

26 – 27 – 28 giugno 2023. Figueras da Foz – Pedrogao – Nazarè – S.Martinho do Porto. 50 + 45 + 30 km circa

… nel senso che urge lavare la roba. Ci sono due supermercati con lavanderia automatica nelle vicinanze del campeggio. Il guardiano mi dice che quella del Lequerc é esterna, quindi sempre aperta. Mi ci dirigo, ma l’asciugatura è troppo breve e troppo cara. Intanto si sono fatte le nove, ora in cui apre la reception. Pago, ritiro il mio documento e vado all’altro supermercato, la cui lavanderia è nel parcheggio coperto, quindi anche lei sempre aperta, e molto più vicina. Tra trippole e trappole,  lavaggio, asciugatura, colazione nel frattempo, ma poi la roba è tutta da piegare e riporre nelle borse, verso mezzogiorno sono in pista, come al solito. Un’infruttuosa sosta in farmacia per comprare un repellente e una crema curativa per le punture delle zanzare che a Mira mi hanno devastato, tanto da farmi male e impedirmi di piegare le ginocchia, mi costa la perdita dell’ultima corsa mattutina del battello per attraversare la ria. C’era davanti a me una cliente di quelle che hanno tutte le malattie e che passano il tempo in farmacia a pontificare sui loro malanni e sulle medicine più idonee, con un occhio al prezzo. Dopo un quarto d’ora di attesa, vado a cercare un’altra farmacia dove, per “soli” 24 euro mi danno repellente e crema. Qui, nei supermercati l’Autan non esiste, hanno solo le piastrine per le case.
Il primo battello del pomeriggio parte alle tre. Passeggio un po’ sulla spiaggia con i poedi nell’acqua,  pranzo in un bar in riva al mare e vado a prendere il battello. Qui, devo dire, sono gentilissimi; mi aiutano a imbarcre e sbarcare la bici e si coccolano Laila. Ciliegina sulla torta, il servizio è gratuito. L’unico appunto è  che, siccome la traversata dura un quarto d’ora scarso, le corse potrebbero essere continue, come avviene in altri luoghi analoghi.
Le dannate Google maps mi farebbero pedalare tutto il tempo  sulla strada principale, ma io so guardarmi intorno e noto sulla destra una stradina con un’indicazione che non riesco a leggere. Torno indietro; c’era scritto Estrada atlantica (stupendo!) che poco dopo diventa una bella ciclabile con cartelli marroni recanti i nomi delle località alle quali condurrà, fino a Nazarè. Però a Nazarè mancano circa 50 chilometri, difficile arrivarci entro sera. Arrivo infatti a una bella laguna con un bar che sta chiudendo. Chiedo se mi lasciano accampare li: risposta negativa, ma mi informano che a cinque sei chilometri, a Pedrogão,  c’è un campeggio. A Pedrogão c’è anche una strana nebbia e un cielo che minaccia pioggia. Una signora che mi ferma per coccolare Laila si offre di aiutarmi a cercare un posto al coperto per la notte. Il cameriere di un bel ristorante sulle dune della spiaggia ci indica la casa di fronte con la luce accesa e ci dice che lì hanno delle camere. Bussiamo. La signora e il proprietario parlano fitto ftto in portoghese, io non afferro granché, finché esce una signora francese, la moglie,  che mi dice che hanno una camera, m che Laila deve rimnere fuori. Non è un problema perché c’è un terrazzino coperto dove può stare la bici e Laila dormirà nel suo carrellino. Chiedo il prezzo, capisco 40 euro, ma le signora mi corregge: trenta, e mi chiede se va bene per me. Certo che va bene! Doccia, cena… meglio dire spuntino…nel bel ristorante di fronte: a quell’ora la cucina era già chiusa. Meglio così: per sei euro mi danno un buonissimo toast al tonno, una panaché e un caffè. Per tornare al mio alloggio di stanotte mi basta attraversare la strada. Al momento di addormentarmi comincia a sorgermi qualche dubbio sul fatto che questa famiglia non affitti camere. La mattina ne ho la conferma: avendo una camera libera per la partenza della figlia, hanno deciso di accogliermi per non lasciarmi per strada. Grazie di cuore.

Parto abbastanza di buon’ora, c’è ancora un po’ di foschia, ma presto spenderà il sole e così, arrivata ad una bella spiaggia con bar, tavolini, ombrelloni, lettini… perfino poltrone a sacco tipo Fantozzi, non resisto e decido di concedermi qualche ora di sole e mare. Niente bagno perché qui le onde fanno paura, arrivano alte già sul bagnasciuga, hanno l’aria di essere pericolose. Infatti, qui sulla costa atlantica portoghese, non ho ancora visto nessuno fare il bagno in mare: la gente si limita a passeggiare sul bagnasciuga, le onde sono solo per i surfisti, si vedono tavole e scuole di surf dappertutto. Mi metto in costume, passeggio un po’ sulla spiaggia, trovo un tavolino al sole dove prende il Wi-Fi  e unisco l’utile al dilettevole: sistemo un po’ il blog e cerco di uniformare la mia abbronzatura da ciclista. Dopo una sosta pranzo per me e Laila ripartiamo. Ci fermeremo a Nazarè,  mi hanno detto che è  molto bella e c’è un campeggio Orbitur, ad un paio di chilometri però. Vabbè, montata la tenda, vado in centro a piedi con Laila e ci arriviamo che è già buio. Cena in un kebab e passeggiata lungomare. Aspettative un po’ deluse, Nazarè non è ‘sto granché, è il solito posto da surfisti.

L’indomani la meta è Peniche, ma quando il diavolo ci mette la coda…
Uscendo da Nazarè, sempre sul tardi, dopo aver pranzato con una buonissima insalata di polpo, il cambio mi dà ancora dei problemi. La catena non ne vuole sapere di salire sulla corona grande. Vabbè, è meno peggio dell’altra volta, ma prendere velocità ti permette di sfruttare l’inerzia acquistata in discesa per risparmiarti una parte della salita suuccessiva. Fermo due ciclisti e, per una volta, sono fortunata: uno dei due ha un negozio di biciclette e anche l’altro se la cava bene. Mi sistema il cambio e non solo. Mi rende il comando sinistro del cambio finalmente morbido e decisamente più preciso. Per anni mi sono spaccata le mani su quel cambio! Eterna riconoscenza Carlos! 😘 Ci scambiamo i numeri di telefono per poterci passare le foto che abbiamo scattato e mi scortano fino all’imbocco di una stradina bianca tra i campi che mi condurrà a Famalicão, dove c’è un ciclista dal quale potrò comprare due camere d’aria di scorta. La stradina è piacevole, ma priva di indicazioni; quando si immette in una più grande, asfaltata, noto un mojon del cammino di Santiago con due frecce, una gialla, per Santiago, e una blu, per Fatima. Ricordo bene questa segnaletica, ho fatto  questo cammino nel 2016, ma adesso dovrei procedere nella direzione opposta: allora venivo da Lisbona, sdesso ci vado. Infatti. Chiedo a un passante ed ho la conferma di avere sbagliato strada… almeno cinque chilometri a vuoto che devo ripercorrere al contrario. Poi ci si mette miss Google (perché ontinuo a chiamarla al femminile quando la voce guida è quasi sempre una voce maschile? ) che mi suggerisce la solitta strada che non porta da nessuna parte… Insomma, trovo il ciclista, ma ormai si è fatto tardi. Entrando in S.Martinho mi si para davanti l’entrata di un bel parque de campismo e decido di fermarmi. Troppo bello!  Il più caro finora, 33 euro per dormire in tenda, ma hanno piscina e Jacuzzi, indispensabili per me 😂, e, per fortuna, anche un ristorante aperto fino a tardi. Speriamo di recuperare un po’ domani.