Il viaggio si fa bello… anzi, bellissimo!

28 Giugno 2023 0 Di wp_1499909

Porto – Espinho – S.Jacinto – Praia de Mira. km 31,5 + 38,5 + 51,5

Il viaggio comincia a farsi bello e lo si descrive meglio con le immagini che con le parole.
La mattina del 22 la dedico a Porto, in compagnia di Cristina e Laila; cioè, Cristina, che fra l’altro soffre di vertigini, mi tiene Laila mentre io salgo sulla torre dos Clérigos dall’alto della quale si vede tutta Porto. Ma salendo sulla torre si aprono anche squarci sulla chiesa sottostante, c’è un museo delle immagini di Cristo, un’esposizione di un artista contemporaneo sul tema della plastica e uno spazio dedicato a Nicola Nasoni, un artista italiano nato a San Giovanni Valdarno verso la fine del XVII sec a cui si deve la decorazione di molte chiese di Porto. Non lo sapevo, si impara sempre qualcosa viaggiando.
Cristina mi aspetta con Laila in una pasticceria dove mangio un dolce di cioccolata pesantissimo consigliatomi dal cameriere. Come pranzo basta e avanza, compro un po’ di frutta, torniamo a casa di Cristina e, raccolte le mie cose, per me è ora di ripartire e per lei di andare al lavoro. Un altro bell’incontro quello con Cristina,un’altra persona da ricordare e, spero, da rivedere.
Stavolta Porto la attraverso in bici. Soprattutto lungo il Douro è piena di vita: tavolini pieni di gente davanti ai bar, musica, un mercato. Il tutto sovrastato dai vagoncini della funicolare. E lascio la città nel migliore dei modi, su una bella pista lungo il Douro, vietata alle bici, mi infirma acidamente una signora. Vietata? E perché? Inoltre non sono mica l’unica ciclista a percorrerla, davanti a me c’è una famigliola di turisti stranieri rugorosamente in bicicletta. Vietata anche la bella passerella di legno che conduce a Espinho via playa, ma la percorro lo stesso. Doppia soddisfazione: pedalare sul mare e trasgredire regole assurde.
Ad Espinho, la cameriere del bar sulla spiaggia dove mi fermo per cerveza e sosta toilette mi indica come raggiungere il campeggio municipale. E menomale che non mi sono fermata a quello prima: chiedevano 18 euro, corrente compresa, ma dovevi avere un cavo di almeno 20 metri per attaccarti. Qui con circa 10 euro ho una buona sistemazione, con la corrente vicina … e con dei vicini simpatici: una coppia francese di Rouen in camper che mi invita a cena. Terminiamo la serata al bar del camping con una bella chiacchierata. Queste cose inaspettate sono il sale di un viaggio, ma anche della vita che, a ben pensarci, altro non è che un lungo viaggio

mmmmmm

Sono arrivata tardi ieri sera, a reception già chiusa, ma qui non funziona come in Francia: all’ingresso c’è un gabbiotto con un uomo di gusrdia tutta la notte. A lui devii consegnare il documento che ritirerai l’indomani dopo aver pagato. La reception apre alle 9.00. Di buon”ora smonto tutto, stendo tenda e panni sulla siepe illuminata dal primo sole e cerco, nel frattempo, di andare a fare colazione al bar. Ma anche il bar apre alle nove, forse alle dieci. Quando lascio la reception non era ancora aperto e neppure quando, raccolte le mie cose un po’ più asciutte, lascio il camping. Così vado a far colazione al vicino Mc Donald. Fra una cosa e l’altra si sono fatte le undici anche oggi, mai che riesca a parrire a un’ora decente… e dire che mi sveglio presitssimo!
Finalmente trovo, o credo di trovare, l’ecovia do litoral; la seguo tutta contenta, ma mi conduce in spiaggia. Per fortuna la passerella é larga sufficientemente per permettermi di girare la bici e tornare al bivio tra passerelle. E siamo alla Praia de Paramos. Si procede verso Ovar, almeno così dicono i cartelli stradali, poi approdo a una bella spiaggia, a Cortegaça, dove facciamo conoscenza con Benjamim e i suoi genitori. Mi tengono un minutino Laila, giusto il tempo di “assaggiare” il mare, anzi, di più, l’oceano . Brrr… che fredda l’acqua! Ci scambiamo i numeri di telefono e ci lasciamo con la raccomandazione, da parte di Luisa, la mamma di Benjamim (con la “m” finale, non la n, alla portoghese), di non esitare a conttattarla qualora mi trovassi in difficoltà; quanti angeli custodi qui in Portogallo: Candida e Bruno, Claudia e adesso Luisa. Solo i viaggi solitari ti danno questo libertà di incontri e anche per questo sono impagabili. Voglio arrivare a S.Jacinto per prendere il ferry boat per Aveiro ed evitare così di arrivarci via terra. Da Furadouro, dove arrivo attraverso un bel percorso fra boschi di pino e compro un costume nuovo al bazar cinese (quello che avevo portato si stava disfacendo, rischiando di mettermi in situazioni imbarazzanti), procedo per un po’ sulla strada finché non trovo una bella ciclabile e poi il camping Orbitur di S.Jacinto. Il gestore é un ragazzo molto gentile, già padre di una bella bambina intorno ai dieci anni. Mi dice che il bar rimarrà aperto fino a mezzanotte e che si può mangiare una pizza. Mi parla di questi campeggi Orbitur, spsrsi per tutta la costa atlantica portoghese. Da tenere ben presenti, visti i prezzi degli alberghi in questa zona. E così monto la tenda, poi doccia, pizza e la mia prima notte in campeggio inizia sotto i migliori auspici.

Oggi riesco a pariire di buon’ora, un po’ prima delle nove e mezza e alle dieci meno un quarto sono già all’imbarco del ferry, che però parte alle 11.40. Mai che riesca ad approfittare delle ore del mattino!
Nella strada antistanre all’ombra è già in attesa un nutrito gruppo di ciclisti. Poco più avanti c’è un bar aperto; ho già fatto colazione, ma una spremuta di arance fa sempre bene, tutta vitamina C, ci sto prendendo l’abitudine. Finalmente il ferry parte ed arrivo ad Aveiro  dove, a parte il porto, c’è ben poco da vedere. Vicino al porto c’è un bel parco dove sta bivaccanfo/pranzando un gruppo. Qualcuno suona la chitarra e molti cantano; sembrano canti religiosi, magari sono pellegrini che vogliono raggiungere a piedi Lisboa, che quest’anno ospiterà la Giornata mondiale della gioventù i primi di agosto. Le parrocchie si stanno già muovendo per l’organizzazione e l’accoglienza. Trovo un ristorantino a menù fisso e mi concedo u  pranzo a base di pesce. Anche Laila gradisce. E poi, attraverso un bellissimo percorso nzturalistico lungo una laguna con fenicotteri e altri uccelli, su stradine bianche ben pedalabili e piste ciclabili, raggiungo Mira, anzi, Praia de Mira, fove c’è un altro Orbitur. Molto comodo: i bagni sono uguali, telefono e tablet riconoscono la rete Wi-Fi e si connettono automzticamente.
Cena con spaghetti allo scoglio e un buonissimo cheesecake ai frutti di bosco. E la magia della laguna di notte mi consola della perdita dei fuochi d’artificio per la festa di S.Joâo, che erano a Mira.