Normandia
30 ottobre – x novembre. Le Mont Saint Michel – Carolles – Longueville – Pirou – Bricquébec – Caen – Houlgate – Le Havre – Etretat – Theuville aux Maillots – Dieppe – Le Trèport – Saint Valery sur Somme – Groffliers – Boulogne sur Mer – Calais. km 770 circa
Rosso di sera, bel tempo si spera. Non nell’Europa del nord, non in Normandia, perché Le Mont Saint Michel è già Normandia. Dopo il tramonto spettacolare della sera precedente mi sveglio con il rumore della pioggia. Menomale che avevo pensato a sistemare Laila al coperto! Valerie, la gentile hospialera, credo, che mi aveva già aiutata a trasportare le mie cose nel rifugio, mi aiuta anche a riportarle giù dalle scale, anzi, mi accompagna fino fuori le mura. Riparto sotto una pioggerellina fitta. La giacca antipioggia funziona bene, per quanto riguarda i pantaloni meglio che si bagnino senza l’aiuto dei miei Vaude comprati a caro prezzo in Germania che ormai non tengono più l’acqua, anzi la convogliano direttamente nelle scarpe: quando smetterà di piovere si asciugheranno Beh, facendo un rapido calcolo, questi pantaloni hanno “solo” vent’anni: sarà il caso, appena trovo una Decathlon, di sostituirli con altri più efficienti.
Lungo la strada, quando pensavo di vedere per l’ultima volta l’isoletta de Le Mont Saint Michel, mi sono fermata a spargere un altro pizzico delle ceneri di Toby.
Ho un altro problema: la mia Canon, causa pioggia, ha il display fuori uso. Scatta ancora le foto, ma non vedo cosa sto inquadrando e neppure le varie funzioni; al ritorno in Italia la farò riparare, sempre che si possa, ma intanto me ne comprerò un’altra, non appena la troverò. Da ieri, sabato, le foto mi tocca farle col cellulare e così ho ridotto drasticamente gli scatti perché è laborioso estrarlo dalla sua custodia a manubrio, rimettercelo e poi le foto consumano in fretta la batteria e comunque risultano di una qualità inferiore. Fino a lunedì però non ho scelta: qui in Francia, paese civile, la domenica mattina sono aperti solo supermercati e boulangerie. Ah, dimenticavo… sono aperti i fiorai; in compenso sono chiusi quasi tutti i bar 😅 Così, senza troppe distrazioni, macino un bel po’ di chilometri. Trovo la solita ciclovia ben indicata fino ad Avranches, unica cittadina con qualcosa, poi mi arrangio fra stradine tranquille fino a Carolles dove decido di fare tappa essendo ormai quasi sera. Trovo tutto chiuso. C’è solo un camping, ovviamente chiuso, ma accessibile e con i bagni aperti. Io però stupidamente chiudo la porta e per riaprirla serve un codice. Passa un uomo in bicicletta che conosce il codice… cioe, riesce a ricordarselo dopo qualche tentativo.
Sta già piovigginando per cui mi scelgo una mobile home con verandina protetta da un telo sulla quale piazzo tenda e bici. È anche dotata di luce elettrica e nella piazzola accanto c’è una colonnina per l’elettricità alla quale attacco il cellulare per ricaricarlo finché la pioggia rimane sotto controllo. Montata la tenda e indossati abiti civili vado a farmi un giro in centro con Laila. Incontro una coppietta, lui italiano (!) e lei sudamericana, che fanno un sacco di coccole a Laila. Anche per il mio cicloviaggio dimostrano molto interesse e vengono con me a vedere la mia bici e la mia postazione di stanotte. Ho finalmente l’occasione (la seconda) di usare la sedia pieghevole Decathlon per consumare la mia cena di fortuna nella verandina illuminata: grazie sconosciuti proprietari di questa casetta di legno 😀
Lascio Le Mont Saint Michel sotto la pioggiaz Un ultimo saluto anche da Toby … piove, smette, piove… e l’orizzonte è pieno di nuvole finalmente la ciclovía per Avranches sembra che si metta al bello ed è ritornata anche l’ombra Avranches La baia del MSM Carolles Sistemazione di fortuna, ma quasi di lusso Si smontano le tende
Arriva finalmente il lunedì e i negozi riaprono per richiudere, attenzione, già domani per la festività di tutti i santi. Un lunedì di ponte in cui sarà diffilissimo trovare qualcosa per la notte. Passo da Granville, città piuttosto grande. O qui o chissà dove e quando, mi dico pensando alla macchina fotografica. Ottenuta dai vicini di tavolo di una creperie l’informazione su dove trovarla, mi ci dirigo senza remore anche se mi devo fare una decina di chilometri gratis perché i centri commerciali non sono nella mia direzione. La trovo in un Darty, una Panasonic con ottica Leica, bella compatta con la sua custodia poco ingombrante che entra perfino nel mio borsino da manubrio. 500 euro, argh! Mi riprometto di non usarla sotto la pioggia; in questo caso gli scatti irrinunciabili li farò col cellulare, attraverso la finestrella trasparente della sua custodia tattile da manubrio. E, tra una cosa e l’altra, si sta facendo tardi: meglio cercare qui qualcosa per stanotte. Stamattina avevo già esplorato invano un ufficio del turismo; adesso entro in quello di Donville , ma, nonostante la giovane impiegata si dia molto da fare, non salta fuori niente: tutto completo, non si arriva neppure a chiedere se accettano i cani. Entra una coppia di ragazzini e la fanciulla mi dice che i suoi genitori hanno una gite a Barneville-Carteret e sono Warmshowers. Peccato che manchino quasi 80 chilometri, ma può andare bene per domani. Lei chiama i genitori, lascia loro il mio numero e a me il loro. Grazie Martine 😗
Esco e comincia a piovere. In un quartiere di villette provo a suonare qualche campanello chiedendo se mi possono offrire riparo in garage per la notte. Nada, la gente di qui non è molto ospitale. Pedalo sotto la pioggia sulla strada lungo il mare quando vedo una grande casa con la scritta Chambres d’hotes, ma non c’è nessuno. Eppure la porta è aperta, le luci sono accese, ci sono segni di vita. Ci giro intorno finché non sento delle voci: sono quelle di una giovane donna dai tratti asiatici e dei suoi due bambini piccoli. La giovane mamma mi dice che sono al completo e che non può farmi dormire in garage per motivi di sicurezza. Sarei comunque più al sicuro che per strada al buio e sotto la pioggia, ribatto. Lei mi dice che qualcosa troveremo, di tranquillizzarmi. Fa un po’ di telefonate a conoscenti che mi potrebbero accogliere finché non arriva l’informazione giusta: una signora ha delle chambres d’hotes a Longueville, a un chilometro e mezzo di distanza… dietro l’angolo… e chiede solo 35 euro e non ha nessun problema per il cane! Anche nel giorno, dall’inizio del mio viaggio, in cui mi è risultato più difficile trovare qualcosa, alla fine abbiamo risolto. Raggiunta in pochi minuti la mia destinazione, trovo due donne, una giovane ed una anziana, ad accogliermi. Mme Gervaise è la più anziana. Mi sistemo e le chiedo un piatto di pasta al burro per cena e la colazione domattina, che non è compresa nel prezzo così che i 35 euro diventano 42, sempre comunque convenientissimo. Dico a Gervaise, che non è su nessuna app, 👏👏👏, che adesso che la giovane proprietaria delle chambres d’hotes la conosce la indicherà ai suoi aspiranti clienti quando da lei é completo. É tutta contenta e mi dice che la chiamerà per ringraziarla… insomma, sto facendo anche da operatrice turistica! La giornata di oggi, 31 ottobre, fa registrare due importanti avvenimenti nella vita di Laila: per la prima volta è entrata da sola nel suo carrellino e per la prima volta è andata in calore! A neppure sette mesi! Presto poverina ❤ La vedevo strana oggi, non mi cercava il mio cibo mentre mangiavo, si nascondeva sotto letti,, tavoli, sedie… finché non ho notato una gocciolina di sangue sul pavimento vicino a lei. Mi fa una tenerezza… ❤
La mattina riparto già con una destinazione: Barneville-Carteret dove c’è la gite dei genitori di Martine. Ma il destino, sotto la forma del tempo volubile di qui, decide diversamente. Ho già percorso 55 km e sono le cinque e mezza quando approdo a Pirou, un paese sulla strada. Chiamo la mamma di Martine e le dico che è già tardi, che provo a cercare qualcosa qui, ma se non trovo niente arriverò verso le otto col buio. Ho appena il tempo di riporre il telefono quando cominciano a cadere le prime gocce che, nel giro di pochi secondi, complice anche il vento, diventano una pioggia furiosa. Non c’è nessun riparo. Passo davanti a una casa illuminata nella quale vedo una donna che guarda preoccupata dalla mia parte, mi avvicino e la porta si apre. La gentile signora mi invita ad entrare “a l’abrī” e telefona all’amica da cui è diretta che ha delle chambres d’hotes. Ne ha una disponibile e accetta i cani, 55 euro colazione completa. Mi sembra un po’ caro, considerato che dovrò condividere il bagno con l’occupante dell’altra chambre, ma non ho molta scelta. Seguo la signora in macchina e, tutta zuppa, arrivo al calduccio di questa bella casa, accolta da Sylvie, la proprietaria che mi dice che, al termine della riunione di lavoro a cui era diretta la mia anfitriona, ci sarà una cena e che sono invitata. Laila viene accolta con amore da tutti i presenti ed io, scaricate in fretta le mie cose e sistemata la bici in un garage già strapieno, mi godo la una delle più belle docce della mia vita. La cena poi chiuderà in bellezza la mia giornata: sono tutti molto simpatici, si mangiano le pietanze che ciascuno di loro ha portato… alla fine devo ringraziare la pioggia per avermi condotto qui, il classico non tutti i mali vengono per nuocere.
E la sera dopo dormirò in un monastero di frati cistercensi a Bricquébec. Ci arrivo al buio delle sei e mezza da una stradina buia da paura, ma sarò ripagata dalla bellezza del luogo, dall’accoglienza, dalla simpatia di Marie Helene, una signora francese che tutti gli anni viene a passare una settimana in questo luogo di pace, silenzio e preghiera. Partecipo con lei alla compieta, prima di cenare insieme, e alle laudi, prima della colazione il mattino seguente. Poi ci salutiamo, ma rimarremo in contatto: un’altra persona da ricordare.
Mi rendo sempre più conto che sono gli incontri con le persone la cosa più significativa in un viaggio itinerante come il mio. A volte parlare con una persona può anche provocare un cambiamento nel tuo itinerario. Oggi, per esempio, abbandonata da miss Google in un paesino di campagna, chiedo informazioni a un uomo che sta lavorando davanti al suo garage. Mi consiglia di andare a Bricquébec, da cui parte una voie verte per Cherbourg, ma mentre mi accompagna per mostrarmi la strada, la pioggia si intensifica. Gli chiedo se posso ripararmi nel suo garage finché non passa lo scroscio, ma lui mi fa entrare in casa, dove c’è sua moglie, Julie, influenzata. Mi offre un caffè, della frutta, Julie si coccola Laila. Sono una giovane coppia, anche loro stanno aspettando l’arrivo di un cane che hanno adottato in un rifugio inglese. Al monastero ci arrivo grazie a loro e a un altro signore di Bricquébec a cui chiedo informazioni su eventuali alloggi per la notte. Mi dice che non può ospitarmi a casa sua perché ha quattro cani grandi, e Laila è pure in calore, aggiungo io, ma dopo avermi lasciato con il solito desolé, mi richiama perché gli è venuto in mente che nel monastero offrono accoglienza.
Insomma, i luoghi attraversati ti possono riempire gli occhi di bellezza, darti un senso di infinito, ma dopo qualche giorno, a volte qualche ora, ti dimentichi i nomi, li confondi… le persone no, occuperanno per sempre un posto nei tuoi ricordi, qualcuna nel tuo cuore. Lascio il monastero sotto la pioggia, diretta a Caen dove mi aspetta Paola, un’amica della mia amica Maria Grazia. Decido di arrivarci in treno perché negli ultimi giorni di acqua ne ho presa veramente tanta, ma la stazione è a Valognes, 14 chilometri più avanti. Ci arrivo zuppa nella parte bassa,n con le rane nei piedi nonostante i carissimi calzini che te li dovrebbero tenere asciutti: l’acqua, quando é tanta, una strada per entrare la trova sempre, ma è stato anche perché mi sono voluta fidare ancora dei vecchi pantaloni Vaude. Una volta di più mi dico che devo cambiarli… non appena trovo dove acquistarli. Finalmente arrivo a Caen. Ha smesso di piovere, ogni tanto c’è anche un occhio di sole; metto l’indirizzo di Paola sul navigatore e raggiungo la sua casa ancora parecchio umida.
Non conoscevo Paola se non per averne sentito parlare da Maria Grazia; sapevo solo che aveva scelto di vivere in Francia per stare vicino a figli e nipoti. Trovo una signora molto anziana, con gravi problemi di salute e di mobilità, ma risulta da subito essere una persona interessante, che nella sua vita ha fatto tante cose interessanti. Beh, come ha detto lei di me, essere amica di Maria Grazia è una specie di marchio di qualità e vale quindi anche per lei 🙂
Indossati abiti asciutti, metto tutto in lavatrice e vado al vicino Leclerc a comprare la pappa per Laila, finita ieri. Torno con della frutta, un litro di latte fresco, finalmente, e una golosa framboise che mangeremo dopo cena. Paola dice che la induco in tentazione, però gradisce. Mi propone di restare fino a domenica: siamo a giovedì, è una sosta bella lunga… comunque accetto, le farò un po’ di compagnia e ne approfitterò per visitare Caen e dintorni. Gìa stasera mi faccio un bel giro per il centro con Laila: la cattedrale “aux hommes”, la mairie, le vie con tutti i bar, per finire con l castello, illuminato da una luce azzurrina chevfa da sfondo ai nomi, scritti con la luce, delle varie torri che lo compongono.
Il giorno dopo, con il sole, mi faccio la ciclabile per Ouistream lungo il canale dell’Oder, il fiume di qui. Sono una quarantina di chilometri tra andata e ritorno, quelli che di solito faccio nell’intera giornata; oggi, compresa una lunga sosta pranzo moules frites, la visita di uno strano santuario che imita Lourdes in piccolo euna puntata alla Lidl, sulla strada, per le bustine della pappa umida di Laila, alle quattro, puntualissima, sono da Paola per accompagnarla, con la sua macchina, a fare la quarta dose di vaccino anti Covid. A riprova del fatto che, quando ti stai solo facendo un giro in bici, con una bici che non è un macigno e lungo un percorso ben segnalato, i chilometri si macinano in fretta.
E domani, sabato, andremo in auto, con Mimi, una comune amica di Paola e Maria Grazia, a Bayeux, una bella cittadina per la quale sarei dovuta passare, ma che ho solo intravvisto dal treno.!
M.me Gervaise Coudeville sur Mer Hauteville sur Mer Montmartin sur Mer Gratot Gouville sur Mer Creances, il paese delle carote Dopo avere trascinato faticosamente la bici sulla sabbia… … che ameno un po’ di Toby rimanga qui… su queste dune… … su questo mare Notre Dame de Grace a Bricquébec Marie Helene Caen Lungo la ciclabile per Ouistreham Ouistreham
BAYEUX
A casa di Paola
Dopo i due giorni tranquilli a casa di Paola é ora di riprendere il mio viaggio. Come previsto, mi tocca un po’ di dejá vu perché, per ritornare sul mare mi devo rifare il canale dell’altro ieri, ma solo nella parte finale perché all’inizio pedalo più lungo il fiume Orne. Passando dalla Bretagna alla Normandia ho notato molti cambiamenti, non tanto nella natura quanto nell’architettura delle case, delle chiese, dei paesi e le città.
Anche in Normandia sono tipiche le case a traliccio (ma a volte i tralicci sono finti, vengono dipinti per crearne l’effetto, in Bretagna non l’ho mai visto), ma sono più colorate, più ariose, con più finestre e più grandi. Certo, non hanno il tempéte, il vento della Bretagna, che nei secoli ha costretto i suoi abitanti a rintanarsi in case oscure, con poche aperture, costruite per resistere al vento e non disperdere il calore. Nel tempo queste case tipiche hanno acquistato un grande valore economico, ma il “pan de bois”, la struttura a traliccio di legno pesante e l’adobe… uso il termine spagnolo per indicare il miscuglio di paglia e fango per erigere i muri… era tutto quello di cui potevano disporre queste popolazioni, una volta povere. Inoltre la Normandia è abbastanza vicina a Parigi e i parigini, almeno quelli ricchi, l’hanno eletta a luogo di villeggiatura. Dico almeno quelli ricchi a ragion veduta: i prezzi sono altissimi anche adesso in bassa stagione; non si dorme con meno di 80 euro e anche prendere un caffè risulta oneroso, minimo due euro. Se continua così mi tocca rvedere l’itinerario per non ritrovarmi ancora col conto in rosso. La prima tappa dopo Caen la faccio a Houlgate, alla fine del percorso pianeggiante. Cittadina elegante, con golf e casino (al bar del casino un caffè tre euro). C’è un campeggio, ma siccome ci arrivo all’imbrunire e qui piove sempre, chiedo una delle loro strutture. Rimangono solo i cottage, cabane e tepee sono chiusi: 80 euro con lo sconto. Per carità, li vale, un grazioso villino con cinque posti letto, verandina con due lettini da spiaggia, cucina attrezzata… tutte cose che a me non servono, ma la vista mare è stupenda.
Ritorno a Ouistreham … da dove si ritorna a seguire la costa … sotto un cielo volubile Illusioni ottiche: sembra acqua… … ma é solo il riflesso del cielo sulla sabbia appena umida Attraversata la passerella… … si arriva ad Houlgate Stanotte dormiremo qui: di fronte al mare, alla luce della luna
Sarà poi la volta di Le Havre, grande città portuale sull’estuario della Senna. Ci arrivo percorrendo il ponte di Normandia, che raggiung con un faticoso percorso con tanta dura salita, con molta paura. Ha le corsie strette, una riga sull’asfalto col logo della bici quale corsia ciclabile, a lato della quale ce n’è una pedonale, protetta da un cordolo. Mi ci trasferisco, tanto sono l’unica pazza a percorrerlo in bici a quest’ora che già volge al tramonto, di pedoni, ma anche di ciclisti, neanche l’ombra. La paura è ripagata dallo spettacolo, anche di un dell’arcobaleno perché, poteva mancare un po’ di pioggia? Scesa finalmente dal ponte, ci sono 19 chilometri da percorrere obbligatoriamente, anche se ormai sta facendo buio, per fortuna quasi completamente su pista ciclabile, per arrivare all’abitato. Prima ci sono solo le strutture del porto. Mi fermo al primo hotel che trovo e che non ha l’aria di essere particolarmente caro, “solo” 69 euro e mi abbuonano il supplemento cane. Laila, per tutto ringraziamento, fa pipì sul copripiumino bianco del letto: riesco a ripulire e asciugare col phon in dotazione, ma rimane un’ombra giallognola… speriamo non ci facciano caso, credo che si veda se si sa che c’è 😟
Houlgate Honfleur Verso il ponte di Normandia… … sull’ estuario dellaa Senna … nei colori del tramonto Pioggia, vento e arcobaleno Entriamo in Le Havre da questo ponte… La luna piena ci rischiara la strada
La mattina seguente mi giro un po’ Le Havre anche sperando di trovare un negozio di animali per ricomprare il guinzaglio di Laila dimenticato nel garage di Paola. Macché! E da Le Havre iniziano le salite; dure, perché questa è una costa scoscesa, con alte scogliere, o falesie, come preferiscono chiamarle qui, e per superarle c’è da scollinare un bel po’. Particolarmente belle quelle di Etretat, pagate con una delle salite più dure, percorsa spingendo faticosamente la bici. E stanotte terzo salasso da 77 euro: non posso permettermi a lungo queste cifre, se continua così mi tocca ritornare a casa rifletto mentre mangio in un ristorante con menù a prezzo umano. E mentre mangio consulto con poche speranze Warmshowers: di solito non ti rispondono per tempo… è vero anche che io avviso il giorno stesso, ma non voglio pianificare troppo le tappe, perderei il gusto del viaggio… e invece! Invece c’è Kristel a Theuville aux Maillots che mette anche il numero di cellulare nel suo profilo. La chiamo, è fatta, riparto con una meta… e a costo zero! Metto il suo indirizzo nelle Google maps, arriverò per le cinque, le scrivo. Invece “perdo tempo” a Fecamp, altro luogo in cui sono ambientate alcune indagini di Maigret e, dopo che quasi tutto il percorso si è snodato sulla bella Velroutr du Lin, gli ultimi tre chilometri sono in salita, bella dura soprattutto nell’ultimo tratto. Mi faccio “aiutare” da Laila, tenuta al guinzaglio corto attaccato al manubrio… almeno così il carrello pesa meno… Quando arrivo Kristel non è in casa. Ha lasciato un biglietto attaccato alla porta in cui mi dice di sistemarmi, che torna subito. Come sistemarmi non so, la porta è chiusa; faccio il giro della casa e l’aspetto dalla parte del giardino dove ci sono dei tavoli e delle sedie. Il posto è molto bello, una grande casa immersa nella campagna con le galline che razzolano libere. Kristel arriva poco dopo; è una donna simpatica che, come scrive nel suo profilo Warmshowers, ha fatto un cicloviaggio dall’Italia alla Grecia ed è felice di accogliere altri cicloviaggiatori. Mi ha riservato una camera con bagno, con licenza per Laila di salire su letti e divani 😀 Mi dice che c’è un altro cane, quello di una sua amica attualmente sua ospite. Veronique, l’amica, con Lepic, una simil barboncina e Laila trova qui anche una compagna di giochi: si trovano bene insieme, vanno d’accordo da subito. Passo con loro una bella serata, finalmente in bella compagnia. Kristel mi aiuta ad individuare su Warmshowers delle possibili ospitalità per domani. Ne trovo tre, invio loro un messaggio, ma nada: o non rispondono o rispondono che, desolé, non sono a casa in questo periodo. Dopodomani, venerdì 11 novembre, come scoprirò domani, in Francia è festa nazionale … troppo onore per il mio compleanno 😅… e quindi altro weekend lungo che coincide, come il precedente di Ognissanti, con il primo lungo periodo di vacanze scolastiche: tutti al mare! E per me, che pedalo sul mare, grande difficoltà a trovare qualcosa per la notte e prezzi alle stelle… davvero troppo onore!
Le Havre Si sale … ma si deve salire ancora Falesie superate Sbaglio strada, ma ne approfitto per la pausa pranzo Barbabietole da zucchero La luna ci accompagna anche stasera Etretat L’albergo di stanotte … … camera con vista sulla piazza Le scenografiche falesie dinEtretat Anche oggi una bella ciclovia Fecamp La Veloroute du Lin Una salita finale … ci conduce a casa di Kristel Foto tutta al femminile, con Kristel, Veronique e la sua Lepic
La mattina colazione insieme e si riparte alla volta di Dieppe, ancora lungo la ciclovia del Lin, altra tappa facile e piana, anche lei una voie verte come testimoniano le stazioncine abbandonate. É una giornata di sole, sembra che il tempo si stia finalmente rimettendo al bello: effetto dell’estate di San Martino? Le prime ombre della sera mi trovano a Offranville, pochi chilometri prima di Dieppe. Potrei anche arrivarci, ma comincio a cercare qualcosa qui. Entro in una cafeterie gestita da una signora simpatica e gentile che fa un po’ di telefonate per aiutarmi a cercare un posto per stanotte. È tutto pieno ed è in questo frangente che vengo a conoscenza della festa nazionale dell’11 novembre. Vero è che avevo notato, anche negli anni scorsi, che ci sono vie intitolate a questa data, e l’avevo notato perché è anche la data del mio compleanno, ma non sapevo fosse così importante per i francesi: si celebra la fine della prima guerra mondiale con la firma di un armistizio: da noi le festività per commemorare eventi tanto lontani nel tempo sono sparite. La signora si ricorda che a Saint Aubin, pochi chilometri più avanti, quasi una periferia di Dieppe, c’è un F1, Formule 1, una catena di hotel essenziali ed economici. Come i Premiere classe, gli Ibis budget ecc. hanno sempre posto e sono sempre vicini ai grandi centri, in periferia o in un paesino vicino, e di solito accanto a un centro commerciale. Perfetti per me, che tanto la città o l’ho appena visitata o ci passerò e la visiterò l’indomani: per la sera ho solo bisogno di un posto al sicuro e, possibilmente, all’asciutto.
Per il giorno del mio compleanno, però, non baderó a spese: mi troverò un albergo carino e mi concederò una bella cenetta, con torta e spumante 🎂🥂. Questo proposito si rivelerà una pia intenzione: arrivata a Le Treport al termine di una tappa molto panoramica e di una faticosa salita seguita da una ripida discesa quasi al buio, non trovo niente. Niente di niente! Entro in un ristorante e poi in un bar sul porto a chiedere se mi sanno indicare qualcosa. Il cameriere del ristorante conosce un paio di hotel, telefona, ma sono al completo. La ragazza del bar non sa niente, ma tre giovani avventori seduti a un tavolino all’esterno si interessano a me… e a Laila. Spiego loro che sto cercando un posto per la notte… non vorrei dovermi accampare da qualche parte proprio il giorno del mio compleanno! Mi invitano a sedermi e a bere qualcosa con loro per festeggiare. Uno dei tre telefona a tutti gli alberghi del circondario, ma niente: tutto pieno. Allora telefona alla sua mamma, le spiega la situazione e le dice che dormirò a casa sua, ma prima andremo a mangiare da lei. La mamma si mostra diffidente; colgo qualche parola del ragazzo anche se parla rapidamente: spiega alla mamma che non sono una clochard, che ho una bella bicicletta e un buon equipaggiamento, che se mi vedesse mi accoglierebbe al volo e che è il mio compleanno, non possono lasciarmi per strada. La mamma allora gli dice di chiedermi di mostrargli la mia carta di identità per verificare se è davvero il mio compleanno. Il ragazzo me la chiede scusandosi, ma io gli consiglio di fotografarla e inviarla alla mamma, e aggiungo che non voglio creargli dei problemi: in qualche modo mi arrangerò. Ma la mamma si convince, così ci avviamo. Vorrrei comprare una torta, ma la pasticceria è già chiusa. Comprerò una bottiglia di champagne al supermercato lungo la strada. Teva, così si chiama il ragazzo, gentilissimo, insiste per trascinare lui la mia pesante bicicletta lungo la salita ed io condurrò, camminando, il suo monopattino elettrico. Arriviamo a casa della mamma, Magalì, e del suo compagno Emanuel. Sono simpatici, della diffidenza iniziale non è rimasta traccia e già prima di metterci a tavola Magalì mi propone di dormire da loro invece che a casa di Teva. Emanuel si dedica a Laila, lui adora i cani, mi dice: la porta in giardino, la accarezza a lungo… una festa anche per lei. Al termine della cena, Teva e Magalì arrivano con la musica di Happy birthday e una torta improvvisata fatta di crepes sovrapposte con qualche candelina. Sono commossa e felice: anche questo compleanno sarà uno di quelli da ricordare.
La voie verte del Lin … dedicata ai poeti … e ci si può concedere anche una pausa di relax Qui in Francia decorano anche i teli di protezione delle balle di fieno Offranville Dieppe Scopro che le chemin de Compostelle passa anche di qui Saint Jacques… Santiago Porto turistico, ma da Dieppe partono anche battelli per l’Inghilterra Altre falesie che dovrò superare Petit Caux Le Treport 🎵🎶 Buon compleanno a me 🎶
Con un anno di più ritorno a seguire la costa, con meta Dieppe. Magali e sua figlia Victoria di ritorno dallo shopping londinese, mi consigliano un percorso che non mi farà ripassare da Le Treport (qui siamo a Eu), ma io mi stanco ben presto della strada trafficata e, scorta una ciclabile, la seguo… e mi ritrovo a Le Treport, che comunque è molto carina e me la godo alla luce del giorno. Altre alte falesie da superare, si va verso la baia di Somme, grand site de France. A Le Treport fa seguito Mers les Bains, graziosa cittadina dalle case colorate, per poi arrivare, al tramonto e sotto la pioggia, a Saint Valery sur Somme. Siamo nel pieno di un altro weekend lungo, è tutto completo, ma entrando in Saint Valery ho addocchiato un altro gazebo davanti all’ Intermarché: replicherò la notte di Chateaulin, ma intanto mi concedo una lunga sosta con cena in una brasserie sotto le cui vetrine piazzo la Lola, così da poterla tenere sott’occhio, e ci rimango finché non chiude, al calduccio e al riparo dalla pioggia. E poi il miracolo! Mentre pedalo tristemente alla volta del gazebo, mi imbatto in due coppie di turisti che si fermano a coccolare Laila e mi chiedono del mio viaggio. Si consultano tra di loro e mi propongono di passare la notte nella gite che hanno affittato per una settimana e che lasceranno domattina, con l’unica condizione di partire prima che arrivi il proprietario, verso le dieci. Meraviglioso! Una camera tutta per me, e Laila, doccia e serata in bella compagnia.
Mi rendo conto già da un po’ che il viaggio che avevo progettato presenta troppe difficoltà per potere essere portato a termine. Pensavo che, non avendo delle scadenze da rispettare, avrei potuto viaggiare quanto mi pareva; è vero che sono partita con l’idea de tornare a casa per Natale, ma le idee si possono anche cambiare. È che mi manca lo spirito del clochard, non sono capace, o meglio non lo voglio fare, di viaggiare in completa autonomia, accampandomi tutte le notti da qualche parte, cucinandomi i pasti, ecc. Non ho questo spirito e non mi interessa neanche averlo, o meglio, se dovessi attraversare per centinaia di chilometri territori “desolati” dove so che non ci sono insediamenti umani, per raggiungere un posto dove voglio assolutamente arrivare, credo che sarei in grado di farlo… magari meglio non proprio da sola, ma non vedo perché viaggiare così in Europa, motivazioni economiche a parte. Comunque anche quelle stanno pesando, non mi posso neppure permettere di spendere cento euro al giorno per troppi giorni, sempre che, data la stagione, trovi dove spenderli. Insomma, ho deciso di dare una bella sforbiciata al mio itinerario iniziale: niente Inghilterra, proseguire lungo la costa, poi scendere verso Rotterdam e da lì tornare in treno, passando per la casa di Anna e Paolo, in Slovenia, dove avrei finito di spargere la metà delle ceneri di Toby. Così la mattina sul presto saluto i miei quattro ospiti e ritorno a Saint Valery sur Somme per continuare a seguire la costa. Assisto ancora alla lotta del sole contro la nebbia, oggi più lunga e faticosa di ieri e solo in vista di Le Crotoy, in tarda mattinata, riesce ad averla vinta. Molto bella la baia di Somme, soggetta alle maree come quella del Mont Saint Michel, piena di uccelli di ogni genere. Impossibile mangiare qualcosa a Le Crotoy, tutto completo anche nei ristoranti. Per fortuna stasera tutti i parigini in vacanza se ne tornerranno a casa; il lungo weekend è finito e sarà meno difficile trovare qualcosa per la notte. Ma anche stanotte sarò ospitata, da Anne a Groffliers, in una bella casa con lavori in corso. Dormirò su un materasso steso a terra con un po’ di calcinacci in giro, ma va più che bene. Cucino un piatto di spaghetti e la mattina parto ancora col buio perché Anne deve uscire presto per recarsi al lavoro. La meta di oggi è Boulogne sur Mer, una città, dove non dovrei avere difficoltà ad alloggiarmi. Ci arrivo col buio dopo essermi goduta tutti i colori del tramonto lungo una bella ciclabile molto ben indicata. All’ostello della gioventù, come prevedevo, non accetrano i cani, ma poco distante c’è un Ibis budget che costa il doppio, ma dove non fanno storie per Laila. Mi compro un litro di latte fresco e biscotti in un supermercato ancora aperto, lo scaldo nel microonde messo a disposizione dei clienti e mi concedo una cena goduriosa, senza ironia 😊 Domattina mi voglio visitare il centro di Boulogne, che promette di essere carino, e affronterò la dura salita per arrivarci. Il centro, una città muragliata, mi accoglie con una bella pioggia abbondante. Al riparo dell’arco di ingresso mi bardo ben bene e riparto alla volta di Calais. Non vedo il tunnel sotto La Manica perché temo di dover fare un pezzo di autostrada; in compenso vedo, a Coquelles, dove si prende, la zona degli alberghi. Scelgo il più economico, il F1, nella cui reception campeggia un cartello con la scritta FULL. Come full? Anche il F1? Ma la receptioniste mi svela l’arcano: il cartello è per i migranti, molto numerosi a Calais. La mattina dopo non piove piu. Arrivo a Calais che, contro ogni mia aspettativa, si rivela una bella città. Decido di fermarmici anche stanotte e maturo un’altra decisione: me ne vado a Parigi in treno, ci rimango un paio di giorni e me ne torno a casa, sempre in treno. Meglio non perdere forse l’ultima occasione di raggiungere Parigi, da cui posso arrivare in treno a Milano. E faccio bene. C’era il sole, ma non appena installatami nel Premiere Class di fronte alla stazione, si mette a piovere. E pioverà tutta la notte e all’alba(, in quel centinaio di metri che mi separano dalla stazione, riesco a bagnarmi… non ad inzupparmi perché devo dire che i pantaloni impermeabili della Decathlon riparano piuttosto bene. Lascio la Normandia? No, scopro di averla già lasciata dopo Le Treport, Calais è già Haute France.
Con Magalì e Victoria ritorno a Le Treport Mers les Bains Saint Valery sur Somme La baia di Somme Le Crotoy Come a Le Mont Saint Michel: con bassa marea si può attraversare a piedi Mucche al bagno Cne meraviglia questa porta azzurra di una chiesetta A casa di Anne a Groffliers Merlimont Berck* Etaples Cimitero inglese di guerra Si allestisce la rotonda per Natale Verso Boulogne Boulogne sur Mer Non si smette mai di salire! Coquelles, praticamente Calais, dove si prende il tunnel sotto La Manica Calais Anche La Manica accoglie un po’ di Toby
Parigi val bene una messa… bon voyage Antonella.