Rennes-Saint Malo-Le Mont Saint Michel
25-29 ottobre 2022. Rennes – Dinan – Saint Malo – Saint Benoit des Ondes – Le Mont Saint Michel. 200 km circa
Lascio Brest e il Finistere in treno, non ne posso più del vento e della pioggia della costa: destinazione Rennes. Ci arrivo nel pomeriggio, abbastanza presto per cercarmi una sistemazione per la notte e godermela ancora con la luce. Grazie alla signora dell’ufficio turistico, che per una volta ho trovato aperto, che si é data molto da fare, riesco a prenotare una camera in un hotel abbastanza centrale, vicinissimo alla stazione, ad un prezzo sopportabile, considerato che le ultime tre notti sono state a costo zero.
Rennes è la capitale della Bretagna, una bella città, piuttosto grande. Ci ero già stata parecchi anni fa, ho pure il magnetino attaccato al frigo, ma ero di passaggio, diretta a Guingamp con quella simpaticona, si fa per dire, della Laura per un festival di musica celtica a cui doveva partecipare Branduardi che, all’ultimo momento ha dato forfeit. Beh, quella volta almeno mi sono vista Alan Stivell, da sola, perché gli altri due compagni di viaggio… no Branduardi no concerto. In quell’occasione sono stata anche a Saint Malo, della quale ricordo solo che pioveva, tanto.
Rennes la ricordavo bella, ma così, solo a livello di impressione. Stavolta invece me la sono assaporata ben bene e così pure Saint Malo, raggiunta due giorni dopo. Eh si, sto andando molto a rilento. In questi ultimi giorni percorro fra i trenta e i quaranta chilometri al giorno; solo mercoledì, da Rennes a Dinan, ne ho contati 67 e, siccome mi ero incapricciata di Lehon, il paesino prima, citè de caractere, e mi volevo fermare lì, ma non ho trovato niente, ho proseguito per Dinan e ci sono arrivata all”imbrunire, con l’indicazione di un’area camper sotto il viadotto dove avrei potuto piantare la tenda. Non é che mi piacesse molto l’idea, era deserta e per giunta minacciava di piovere durante la notte, ma per fortuna ho incontrato Alda, una simpatica signora che stava spasseggiando i suoi due cagnolini. Ci siamo fermate a chiacchierare e, mentre i cani giocavano, è saltato fuori che lei ha un garage proprio nel vicino tunnel da cui ero appena scappata quando il cancello mi si stava richiudendo in testa e che ci avrei potuto passare la notte. Prima però, lasciata lì la bici e indossati abiti civili, mi avrebbe portata in macchina a vedere il centro di Dinan perché qui eravamo al porto. Le propongo di mangiare qualcosa insieme. Entriamo in una creperie la cui proprietaria ha anche lei un cane e possiamo cenare all’interno con Laila, mentre i cani di Alda rimangono in macchina, una Panda, nella quale stanotte dormirò seduta al posto di guida, come nei miei trasferimenti con la mia di Panda da o verso la casa azul y amarilla: sono abituata ed anche Alda, come me tiene dei plaid in macchina, non avrò neppùre bisogno di usare il sacco a pelo. Alda, gentilissima, mi offre la cena per farsi “perdonare” di non avere un sofà da offrirmi.
La mattina dopo seguo il suo consiglio di tornare, a piedi, a visitare il centro con la luce. A piedi perché il pavé in forte salita e reso sdrucciolevole dalla pioggia sarebbe mortale da fare in bici. C’è pure il mercato; compro i soliti due mandarini e due banane ed anche una borsettina piccola, ma un po’ più capiente di quella della Decathlon che si sta sempre più disfando.
Tornata al garage di Alda, una volta portata fuori la bici la chiamo… tanto sono già le undici, ora in cui lei si alza 😉. Foto ricordo con tutti i cani e promessa di rimanere in contatto.
avanti alla stazione di Rennes Rennes Perché una pista ciclabile? Per rendere sicuri i percorsi dei ciclist e ibcoraggiare l’uso della bicicletta 👍 Consigli per ciclisti Vignoc Le Canal d’Ille e Rance: da Rennes a Lehon Pensavo di accamparmi qui… … per finire nel garage di Alda, vicino al viadotto Dinan Finalmente ne ho la certezza: le bigoudene è la cuffia cilindrica delle donne bretoni Ciao Alda Dinan port cormorano steso ad asciugare
Saint Malo
Se quando sono uscita stamattina, ancora col buio, piovigginava, adesso splende finalmente il sole che mi accompagnerà fino a stasera. Arrivo a Dinard pedalando prima lungo le Rance e poi su una bella, ma proprio bella, voie verte, con ancora le vecchie stazioni e qualche residuo di binari. All’entrata di Dinard ci sono due grandi centri commerciali e posso finalmente comprare a Laila un guinzaglio che non riuscirà a tagliare tanto facilmente coi suoi dentini. Basta con quelli allungabili, in sei mesi di vita ne ha già fatti fuori sette! Da Dinard un bateau-taxi mi porta a Saint Malo, facendomi risparmiare una ventina di chilometri e soprattutto lasciandomi il tempo per gironzolare tra i velieri di un’importante regata che parte da qui ogni quattro anni: la route du rhum, destinazione Guadalupe. Ma questa manifestazione attira un sacco di pubblico e non sarà facile trovare qualcosa per stanotte, e chissà a che prezzi! E invece no, c’è un campeggio ancora aperto, aperta perfino la reception, dove hanno destinato un’area ai cicloviaggiatori e applicano loro un prezzo speciale. Che meraviglia, hanno pure lavatrice e asciugatrice e stasera avrò tutto pulito. Esco dalla reception mentre sta arrivando un altro cicloviaggiatore con cane nel carrello. Incredibile! È un ragazzo inglese, giovanissimo, che sta percorrendo tutto il perimetro della Francia. Nel camping c’è anche un bar e un furgone che vende piatti caldi, e anche la cena è salva. Durante la notte piove, ma la mattina si alza il vento e asciuga la tenda. Mi faccio un giro per Saint Malo e riparto alla volta del Mont Saint Michel. Mancano una ventina di chilometri ad arrivarci (che domani risulteranno essere più di trenta) quando passando per Saint Benoit des Ondes vedo he ci sono delle chambres d’hotes penso che , ma sì, mi fermo qui e mi godo una bella passeggiata sulla spiaggia con Laila. Sulla spiaggia o sul mare? A quest’ora c’è bassa marea e Le Mont Saint Michel lo si potrebbe raggiungere anche a piedi in lina retta, ma non in bici: fondo molliccio impedalabile. Lascio correre un po’ Laila… poverina, tutto il giorno costretta nel suo carrellino… senza acccorgermene ho passato un paio di paesini e, tornando indietro, mi fermo a mangiare in un ristorantino lungo la strada.
Nella chambre d’hotes la colazione, per una volta, è compresa nel prezzo e quando scendo a consumarla scopro di non essere la sola ospite, c’è anche un motociclista di Jersey, un’isola della baia che mi invita a visitare. Vedremo.
Verso la voie verte Una vecchia stazione Come speravo: è una toilette. Francesi fantastici! A Dinard… … prendomil battello taxi per Saint Malo Le barche de La route du rhoum Bici con cane di Robert, vicino di tenda di stanotte Notturno con tenda … mi sveglio con questi colori In giro per Saint Malo Anche Laila vuole fare surf 😀❤
Le Mont Saint Michel
A Le Mont Saint Michel ci arrivo nel pomeriggio, dopo circa 35 chilometri inizialmente su ciclovia ben indicata, ma poi devo essermi persa una freccia perché mi sono ritrovata a procedere su sentieri di campagna su cui pedalare risultava difficoltoso. L’ultimo, un lungo rettilineo erboso, argh, sembrava condurre proprio alla famosa isoletta: te la vedevi lì davanti, sembrava di poterla toccare se allungavi la mano. Incontro una coppietta a piedi e mi dicono che mancano ancora quattro chilometri! Al mio ritmo, pedalando sull’erba, quasi un’ora. C’è ancora bassa marea e Le Mont Saint Michel si può raggiungere via terra camminando sulla sabbia e da ogni direzione si vedono arrivare sparuti gruppetti di camminatori; li invidio un po’ perché in bici sono costretta ad arrivarci dalla diga che le ha tolto la caratteritica di isola non isola.
Le informazioni terroristiche della signora della chambre d’hotes e della sua vicina, secondo le quali non si può entrare nell’isola/borgo con cani e biciclette, si rivelano infondate. Di cani ce ne sono tanti, di biciclette, onestamente, solo la mia. Ma io ci viaggio in bici, sopra c’è tutta la mia vita e voglio andare a vedere se mi fanno dormire al rifugio per pellegrini… spiego questo al gendarme che mi chiede se ho già un hotel prenotato. Lui mi fa notare che ci sono delle scale per arrivare al rifugio… beh, se mi accolgono nonostante Laila, le supererò in qualche modo. Mi accolgono, e mi aiutano pure a trasportare i vari colli che ho staccato dalla bici. Unica condizione: Laila deve dormire fuori 😑 Ispeziono il cortile: nell’antica recinzione di pietra c’è un archetto sotto il quale posso mettere il suo carrellino, in cui dormirà, al riparo da un’eventuale pioggia. Il giovane seminarista che si occupa dell’albergue rimuove l’unico ostacolo, un pesante pezzo di capitello che quando io, il mattino dopo, cercherò di spostare, non riuscirò a smuovere di un millimetro. Però il seminarista! E dire che è magrolino 😃
Pago contenta i 35 euro per il rifugio … niente donativi qui, e fanno bene… Contenta perché alla fin fine ho seguito svariati tratti di cammino qui in Francia: la voie de Tour e poi i vari chemin Le Mont Saint Michel sparsi per tutta la Bretagna e arrivarci a Le Mont Saint Michel e dormire da pellegrina ha un suo perché. Metto anche il terzo ed ultimo timbro sulla Credenziale: non è che in Francia siano molto più tolleranti che in Spagna circa i cani negli accueil pelerins.
Risolto il problema dell’alloggio, mi cambio rimandando la doccia a domattina ed esco a godermi questa cittadina veramente particolare, adesso un po’ stravolta dal turismo di massa e relativo business, ma comunque unica nel suo genere. Un grande scoglio sull’omonima baia che culmina nella guglia della cattedrale costruita nella roccia, un po’ come la Sacra di San Michele, di cui però qui ignorano l’esistenza come mi conferma l’averne parlato con il seminarista che conosce solo quella del santuario micheliano del Gargano, Monte Sant’Angelo. Ed anche i pannelli davanti alla cattedrale parlano solo di Monte Sant’Angelo. E quindi non sanno neanche che i tre principali siti del culto di San Michele sono allineati: se su una carta geografica si uniscono i tre punti li si trova disposti sulla stessa retta.
Mi faccio un giro sulle mura, quasi deserte e ai miei occhi si offre lo spettacolo di un tramonto straordinario, dai colori accesissimi nel cielo e sul “mare”, una distesa di sabbia resa lucida da un sottile strato d’acqua: stupendo!
Quando la sera mi imbatto in una coppia di italiani (qui è pieno di italiani, ma in tutta la Bretagna ne ho incontrati pochissimi), simpatici e faccio vedere loro le foto del tramonto, lei, Francesca, rimane a bocca aperta: anche loro erano giù, non hanno pensato di farsi un giro sulle mura. Mi lascia il suo numero di telefono affinché gliele giri. Un altro incontro con una famigliola italiana, pensa te, lei di Corbetta, lui di Cuggiono 😀, e hanno pure studiato al Bramante negli anni in cui ci ho insegnato io, ma non si ricordano di me, l’avevo fatto mentre aspettavo che finisse la messa fuori dalla chiesa di Saint Pierre per chiedere al prete se potevo dormire nel rifugio. Vivono a Parigi e stanno girando un po’ da queste parti approfittando del lungo weekend; si sono fermati con i loro bambini a coccolare Laila.
Mentre cerco un bar, ristorante, creperie dove mangiare qualcosa, butto l’occhio sui prezzi degli hotel, tutti completi: intorno ai 250 euro per una singola! E a me era sembrato caro il rifugio!
Il mattino la marea é alta Sulla ciclabile per Le Mont Saint Michel É lì, sembra di poterlo toccare, ma mancano ancora 4 km Sulla diga, ma c’è chi ci arriva dal mare, adesso che la marea é tornata bassa Ci siamo! Dalle mura si gode lo spettacolare tramonto di stasera