Fiumi, canali, vigne

29 Settembre 2022 0 Di wp_1499909

22 – 26 settembre 2022. Totali: 285 km

Lascio la casa di Christine con in tasca un itinerario dettagliato suggeritomi da lei per raggiungere Saintes, un elenco di nomi scritti su un foglietto: La Reole, Sauveterre de Guyenne, Brenne, Saint Emilion, Libourne, Saint Andrèe de Cubzac, Bourg, Blaye, Saint Ciers, Mortagne, Cerez, Saintes. Contavo di arrivarci ieri a Saintes, ma ci sono arrivata oggi, percorrendo solo una quarantina di chilometri, dieci dei quali dentro Saintes alla ricerca di un alloggio, alloggio che trovo a caro prezzo, 71 euro, il più caro finora, e giusto in tempo prima che si metta a piovere forte. Sono stati giorni intensi di percorsi tra paesaggi bellissimi, ma ancora con tanta, dura salita. Ormai i Pirenei sono un lontano ricordo, ma le zone collinari forse sono anche peggio perché le strade non hanno i tornanti come quelle di montagna: le salite non sono poi così lunghe, tanto ripide sì, però. Il primo tratto è sulla comoda alzaia del canal lateral à la Garonne che devo lasciare prima di La Reole… e qui cominciano i dolori. La Reole è una cittadina tutta sali e scendi sulla voie de Vezelay, per di più con molte strade chiuse per lavori. Gli operai, però, mi hanno lasciata passare lo stesso, anzi, mi hanno aiutato a far superare alla mia pesante Lola gli ostacoli creati dai loro lavori. Bella cittadina, le dedico un’ora abbondante per visitarla: la Cattedrale, l’antico Hotel de ville, il più grande di Francia, mi dicono. Ospita una bella mostra fotografica che visito frettolosamente; la seconda parte é nelle antiche carceri femminili, ma la salita che dovrei fare per raggiungerle mi fa dissuadere… e poi é già tardi. Rinuncio e proseguo.

Seguo le indicazioni della ciclovia “le canal des 2 mers à velo”, che credo faccia parte dell’ eurovelo 3, scandiberique, la ciclovia dei pellegrini, che, tra canali e qualche borgo, mi conduce a Sauveterre de Guyenne dove decido di fermarmi. Una signora gentile che parla italiano avendo sposato un italiano, mi aiuta a cercare un albergo economico, 35 euro colazione compresa, proprio all’uscita dal centro storico, dotato anche di ristorante: proprio quello di cui avevo bisogno.

Nei giorni successivi si pedala tra le vigne. Siamo nella zona di Bordeaux, nella ricca Aquitania. I paesi di qui sono zeppi di bar, chateaux con degustazione, negozi in cui oltre al vino si vendono souvenirs. A Saint Emilion stanno già vendemmiando, le vigne sono piene di uomini e donne con una gerla a mo’ di zaino sulle spalle che andranno a svuotare in un camioncino. In paese gruppi di turisti vengono condotti dalle guide: alcune offrono visite culturali, altre vin tour. Condivido la panchina per la sosta pranzo con un ragazzo che fa appunto questo, vin tour, ma beve acqua perché deve guidare 😀 Trascino faticosamente la Lola su per le stradine lastricate in salita con l’aiuto insperato di qualche turista, forse intenerito da Laila, e girato un angolo, appare ai miei occhi un’antichissima enorme chiesa: la chiesa monolitica o chiesa troglodita. Non ho il tempo di visitarla, sono solo visite guidate, ma é qualcosa per cui vale la pena di fare un viaggio fin qui, magari non nel periodo della vendemmia. Prima di arrivare a Saint Emilion, a Rouergue incontro la Dordogne, altro grande fiume dalle acque limacciose. Un grande ponte di ferro dotato di ciclabile la attraversa e mi viene la “stupida” idea di dare una gonfiatina alle ruote del carrellino. La pompa, ed era una buona pompa, non funziona più! E per giunta mi sgonfia completamente la ruota. Fermo un ciclista, per fortuna dotato di pompa, che me la gonfia e mi spiega che a Libourne potrò trovare dei negozi di bici. Bella Libourne, tutta addobbata a festa. Trovo un primo ciclista, ma ha finito le pompe; mi spiega dove trovarne un altro: mi faccio almeno cinque chilometri gratis avant e indrè, ma non si può non avere con sé una pompa. Vorrei raggiungere il successivo paese dell’elenco, ma si sta facendo tardi e la strada è piena di faticose salite. Lungo la strada vedo un ragazzo davanti a casa sua e chiedo a lui se non ci sono alloggi in zona. Gli viene in mente che a Villegouge, poco più avanti, ci sono delle chambres d’hotes e telefona: purtroppo sono al completo, ma hanno anche il campeggio. Ok per il campeggio. Il posto si chiama “Les jardins de Camelot”. Convinco la proprietaria del posto a darmi qualcosa da mangiare perché di farmi gli ottocento metri in salita per andare a comprare qualcosa in paese non ci penso nemmeno, piuttosto a letto senza cena! Mi installo sotto una casetta sull’albero e sto montando la tenda quando arriva lei con un sacchettino col cibo e mi dice, in spagnolo, che sono invitada, cioè non lo devo pagare. Pensavo il cibo, ringrazio e chiedo quanto devo per il campeggio: niente, a chi arriva a piedi o in bicicletta non fanno pagare niente. Ma che bella cosa! Ceno con Victor, un ragazzo di 27 anni che è qui perché sta lavorando come stagionale nelle vigne, ma non nella vendemmia, lui si occupa delle malattie delle viti e, adesso che la vendemmia è iniziata, il suo compito è finito. Ha cucinato pasta, che condiamo col mio formaggio fuso e che, affamata come sono, mi sembra buonissima. Grazie Victor.

Seguo scrupolosamente l’itinerario di Christine, davvero molto bello. Ci sono parecchi tratti su ciclovie,: La rue blanche, Le canal entre 2 mers, Le flow velo e altre locali che vanno seguite cum grano salis perché a volte ti fanno fare di quelle salite! Sempre meglio comunque delle Google Maps che non ti suggeriscono mai una bella ciclovía; solo quando ci sei sopra, essendotela trovata da sola, allora sì ti danno le indicazioni. Oggi passo per Bourg, bel paesino portuale sulla Gironde, poi se ne susseguiranno altri, tra cui Bayon sur Gironde, che non era nell’elenco, con una bella chiesa romanica del XIII sec. Siamo sull’estuario della Gironda. Il fiume qui è enorme, c’è una lunga isola che ospita una centrale nucleare, ci sono punti panoramici, porticcioli. In uno di questi, a Villeneuve, c’è una pianta di fichi squisiti, ne faccio una scorpacciata. A Blaye, dove mi vorrei fermare, mi scoraggiano i prezzi delle camere, tutti sopra i cento e passa euro, ma c’è un camping nella Citadelle. Chiuso. Ultima chance, l’area camper Marquis de Vauban. Ieri avevo dormito nei giardini di Camelot, oggi sono ospite di un marchese 😀. Si, ma senza doccia… già è tanto se mi lasciano montare la tenda … senza cibo… Mi cambio, per fortuna non fa più molto caldo e la doccia quotidiana non è più così indispensabile, e vado a mangiare in un ristorantino aperto in paese. L’indomani mattina mi imbatto in Andrée, un simpatico signore francese con il suo cane, che mi invita a fare colazione nel suo camper dove c’è Eveline, sua moglie. Una coppia davvero simpatica, amante degli animali (Eveline è una volontaria che si occupa di cani abbandonati). Menomale che ho fatto colazione da loro perché non avrei incontrato un bar fino a Saint Ciers, dove mi fermo per una sosta pranzo all’una passata. Si pedala sempre tra i vigneti i quali hanno la brutta tendenza a preferire le zone collinari: anche oggi dure salite. Passo per Saint Fort sur Gironde che sembra in festa, ma é solo domenica. Domenica 25: oggi in Italia si vota, mi viene in mente in un flash. Beh, pazienza, faranno a meno del mio voto 😅 Quando arrivo a Mortagne, sempre sur Gironde, è già ora di cercare qualcosa per la notte. Vedo le indicazioni di una gite e mi ci fiondo. Carina, in mezzo alla natura. Domattina a colazione scoprirò che il bizzarro proprietario è un cantante, alla Jacques Brel, dice lui quando gli chiedo che tipo di musica fa. Mi regala un CD, che ascolterò una volta tornata a casa e mi fa pure lo sconto. Grazie Eric La Garenne, buona ripresa della tua attività artistica che anche tu hai dovuto interrompere causa pandemia.

E finalmente Saintes! Questa di oggi è una tappa di passaggi, di cambiamenti. Cambiamenti climatici, ormai siamo in autunno ed il tempo, bello fino a ieri, oggi minaccia pioggia; cambiamenti nel paesaggio, meno vigneti. Abbiamo lasciato la Gironde per un altro grande fiume, la Charente. Saintes, bellissima città, è sulla voie de Tours. Trovo le refuge per i pellegrini, ma l’hospitalera, una vecchia piccola e che puzza di sudore, è irremovibile su Laila. Mah, non so se dispiacermene o esserne sollevata, non mi piace la gente così. All’ostello della gioventù idem e così, visto che sta pure per piovere, entro all’ufficio turistico e mi trovano loro un hotel pas cher, solo 70 euro, argh! Lo raggiungo appena in tempo, prima che inizi a piovere. Volevo farmi un giro in centro, rimando pure il momento della doccia, ma niente. Piove troppo, non c’è gusto a star fuori. Speriamo bene per domani.