Alle Sorgenti Del Po lungo la VenTo

12 Luglio 2022 0 Di wp_1499909

Tappe:

Cuggiono – Bressana Bottarone     km 83

Bressana Bottarone – Casale Monferrato    km 72

Casale Monferrato – Torino     km 85

Torino – Vigone     km 38

Vigone – Calcinere   km 34

Calcinere – Crissolo   km 8

Si torna a cicloviaggiare, finalmente!

Stiamo diventando tutti bianchi, le porte delle gabbie, ehm, regioni, sono state aperte, così si può tornare a sognare, e a progettare. Adesso però, a farmi compagnia non ci sono più, alternativamente,  la Kūbiña o la Dolores detta Lola, le mie biciclette; adesso c’è Toby, un delizioso cagnolino, per cui le cose si sono “complicate”: carrellino per trasportare lui e le sue pertinenze (pappa, ciotole) dove, già che ci siamo, trova posto anche la tenda.

Questo mini cicloviaggio, otto giorni per raggiungere le sorgenti del Po e ritornare, alla scoperta di questa mitica VenTo, la ciclovia Venezia – Torino che, come sospettavamo Francesca, la mia compagna di viaggio, ed io, in questa prima parte esiste solo come nome e come progetto, ancora tutto da realizzare. Si snoda su strade secondarie e sugli argini del Po cioè sul preesistente e solo raramente sono stati fatti interventi a favore dei ciclisti.

A Torino, per esempio, ci si entra da un bel percorso ciclabile tutto lungo il Po che parte da Castagnola Po e poi da San Mauro Torinese; anche prima, a Chivasso , si giunge pedalando lungo il canale Cavour, ma, per il resto , rimangono i vecchi argini, raramente asfaltati e a volte con un fondo pietroso che rende difficile pedalare. Siamo in Italia, dove si sono spesi sei milioni di euro per realizzare i due chilometri della ciclabile da Limone a Riva del Garda, la ciclabile più bella del mondo, la definiscono. Sì, bella, ma poco più di un’attrazione turistica; se si fosse ragionato non a livello locale, ma nazionale, quei soldi sarebbero potuti servire per la ben più utile per la mobilità sostenibile, che adesso va tanto di moda, sistemazione della parte iniziale della VenTo (dopo Piacenza, verso la foce, le cose vanno già molto meglio).

Io sogno il giro del mondo e non in 80 giorni, ma in sei/sette anni, e io sono una che i sogni, se sono realizzabili, li realizza. Anche senza crederci, ho accettato di vaccinarmi, senza battere ciglio pure con il temutissimo Astra Zeneca: voglio il lasciapassare per uscire dall’Italia e poter partire alla volta del Giappone lungo l’antica via della seta. Inizierò a studiare itinerari e dettagli tecnici ed amministrativi con Riccardo, con cui condividerò il viaggio e che si è offerto di aiutarmi a trasportare Toby a giorni alterni, nel corso dell’estate: partenza prevista per la prossima primavera, ma già mi frullano nella testa altre idee… Si potrebbe, come assaggio, scendere lungo la costa portoghese e poi girarsi il Marocco in autunno… vedremo…

Restando con i piedi per terra, in tutti i sensi perché in questi lunghi mesi non ho fatto altro che camminare, camminare, sui sentieri del parco del Ticino in cui vivo, perché non farsi un cicloviaggetto nei dintorni? E’ tanto che non viaggio in bici con almeno un pernottamento fuori, Toby si deve abituare al suo carrellino e finchè si sta fuori qualche ora e poi si torna lui non fa altro che  ingegnarsi  per cercare di uscirne… e ci riesce sempre, nonostante tutte le modifiche apportate al fine di impedirglielo: è un cagnolino intelligente! Propongo questo viaggio alla scoperta delle sorgenti del Po a Francesca, la cicloturista veneta supersportiva con cui ho condiviso la discesa lungo la costa tirrenica l’estate scorsa, dapprima pensando di proseguire per la Francia e tornare sulla costa dopo aver percorso le belle gole del Verdon per poi pedalarci tutta la Liguria. Progetto troppo ambizioso, non abbiamo il tempo visti i vincoli di ognuna di noi. Vabbè, saltiamo il Verdon e rimaniamo in Italia, sempre pensando di tornare per la Liguria. Strada facendo, però, io cambio idea perché mi rendo conto che di Liguria, scendendo già all’altezza di Savona, ne faremmo ben poca (a Genova è già ora di imboccare i Giovi per tornare a casa)e, soprattutto, perché ormai il tempo stringe: il 14 iniziano gli esami di maturità ed io sarò presidente di commissione. Francesca ci rimane un po’ male, ma accetta; dopotutto il primo obbiettivo, le sorgenti del Po, almeno per lei è centrato. Perché io, invece, non ci sono mica arrivata a vederle: lasciata la bicicletta all’Etape Minviso di Crissolo, l’albergo di amici di Ivo Pons, un amico della pagina dei ciclo viaggiatori di facebook , mi avvio a piedi con Toby lungo i sentieri di montagna che costeggiano  il torrente Po che ci condurranno prima a Pian della Regina, dove mi aspetta Francesca, e poi a Pian del Re, dove il Po nasce. A Pian della Regina Toby ed io ci arriviamo zuppi di pioggia e, con questo tempo, non è davvero il caso di affrontare un altro sentiero, ancora più impegnativo. Una coppia in camper con cane, ci riporta a Crissolo, dove recupero la bicicletta e dimentico il tablet, lasciato lì in carica: tornare a riprenderlo sarà l’occasione per vederle finalmente queste benedette sorgenti… questa volta in macchina però, almeno fino a Crissolo.