El camino inglès
Neda – Santiago de Compostela
30 settembre – 1 ottobre. 100 km ?!

Da Neda partono i 100 chilometri validi per la Compostela. Oddio! Considerando che il camino inglès, se lo percorri da La Coruña (lunghezza massima), non arriva ai 150 chilometri totali, il bravo pellegrino, per ottenere il suo bravo attestato da incorniciare al ritorno a casa, se lo deve percorrere praticamente tutto. Lo scopro dal mojon davanti al bar dove mi fermo per la colazione: 95,646 km, più o meno cento dall’albergue. Beh, non male. Quei pellegrini che hanno poco tempo potrebbero scegliere questo o altri cammini brevi invece di affollarsi tutti sugli ultimi cento chilometri del camino francès. Bene, mi dico, stasera potrei arrivare già a Santiago. Seee! Il cammino inglese, in bicicletta, è durissimo; questi ultimi cento chilometri si riveleranno i più faticosi in assoluto… per non parlare degli ultimi quindici che mi pongono davanti alla solita scelta: camino o carretera, e qui la carretera è bruttina, trafficata. Del resto siamo nei pressi di due città importanti: Santiago e La Coruña, non potrei sperare in qualcosa di diverso. E le pendenze, nel cammino, sono più dure, con begli strappi dove devi sputare l’anima per spingere la bici. Per fortuna continuo ad incontrare i pellegrini che erano stanotte nell’albergue di Neda: loro sono partiti prima di me e copro velocemente la distanza iniziale che ci separa, abbastanza pedalabile. Ma quando iniziano le salite, loro, a piedi, vanno più veloci di me e mi aiutano a trascinare tutto il mio convoglio. Toby ci segue trotterellando. Ci salutiamo, hasta luego non adios, tanto al prossimo strappo ci incontreremo ancora. Vabbè, questo fino verso Betanzos, dove li perdo definitivamente anche perchè, credo, loro avranno già concluso la loro tappa, una ventina di chilometri o giù di lì. A questo punto mi rendo conto che a Santiago è meglio che ci arrivi domani perchè se anche i prossimi chilometri sono così… Mi concedo una tappa-pranzo in una taberna di Betanzos dove Toby viene stracoccolato dalla locandiera che gli offre alcune delle sue prelibatezze, adatte ai cani, come pranzo. Meglio della solita pappa, eh Toby? Tra gli avventori c’è una ragazza che, anche lei, si innamora all’istante di Toby e si offre di accompagnarci a visitare il centro della cittadina. Mi chiede anche di fare un giretto sulla mia bici con Toby nel carrellino. Approfittando della sua presenza, entro nel locale ufficio del turismo in cerca di informazioni sugli albergue. Ce ne sono due papabili e decido per Presedo dove c’è un municipale aperto. Quando lo raggiungo, trovo la porta chiusa con un numero di cellulare da chiamare. Lo compongo e mi risponde l’hospitalera che mi informa che l’albergue è al completo. Ma come? non c’è nessuno! Sì, ma ci sono quattro prenotazioni e quattro è il numero massimo di pellegrini ammessi per via delle misure anti Covid. Maledette prenotazioni! La mia interlocutrice mi informa anche sul fatto che troverò un’area di sosta nuova e attrezzata con tavoli e bagni un tre chilometri più avanti, più o meno sul tracciato del cammino, dove potrò piantare la tenda. Non ho quasi niente da mangiare con me, e non trovo sul percorso nessun negozio dove comprare qualcosa, ma va bene lo stesso. C’è un camperista che sta consumando la sua cena su uno dei tavoli di pietra che mi offre un dolce e un paio di mousse al cioccolato… meglio di così! C’è la doccia, ma è fredda e all’aperto; per stasera basterà una sciacquata nel lavandino del bagno delle donne. Domattina partirò di buon’ora e, siccome mancano solo cinquanta chilometri, arriverò a Santiago nel pomeriggio, abbastanza presto per cercare un alloggio. Seee! … ancora una volta. Intanto, quando sui mojon, che negli ultimi cento chilometri indicano sempre la distanza da Santiago, inizio a leggere numeri sempre più bassi, quando ormai i miei occhi cercano in lontananza le guglie della cattedrale, mi ritrovo in quel di Sigüeiro dove le indicazioni stradali mi danno Santiago a 15 chilometri. Rivivo il ricordo dell’ultima tappa del cammino francese che percorsi a piedi otto anni fa con mia nipote Ombretta, quando, coperti i cinquanta chilometri che, secondo i mojon, a Melide ci separavano da Santiago, scoprimmo, a mezzanotte passata, che ne mancavano altri venti, e fummo costrette a dormire nel bosco appoggiate ai nostri zaini. Stavolta va meglio, sono solo le cinque passate, e ormai ci siamo, quindici chilometri in bici si fanno in un’ora al massimo e le giornate qui nell’estremo ovest della Spagna sono ancora belle lunghe. Ancora seee! Questi ultimi quindici chilometri si riveleranno durissimi, forse i più duri in assoluto di tutti i miei cicloviaggi. Intanto pioviggina e questo, se si sceglie di seguire le frecce gialle del cammino, non aiuta. Ma come non scegliere il cammino? L’alternativa è la carrettera in mezzo al traffico. Il cammino invece è bellissimo, attraverso boschi davvero incantati, ma con pendenze da paura che il suolo bagnato può solo rendere peggiori. Nei tratti in salita si deve spingere faticosamente, molto faticosamente, ma anche le discese creano problemi. Ripide e pietrose, fanno paura. E se scendi dalla bici, come ho fatto una volta, la pendenza te la ribalta, non riesci più a rimetterla in piedi. Ho dovuto smontare tutto, carrellino e borse per alleggerirla e renderla trasportabile. Finalmente i boschi incantati finiscono e finalmente sono a Santiago! Ci sono entrata dal cimitero, per la prima volta, e dire che ne ho fatti parecchi di cammini! Alle sette di sera approdiamo, Toby, la Lola ed io, in plaza de Obradoiro, accolti dagli applausi di un gruppo di giovani pellegrini che stazionano da qualche ora davanti alla cattedrale. Sono loro a scattarci le foto ricordo di rito e, non c’è niente da fare, nonostante il cammino sia molto cambiato da quando lo feci per la prima volta nel lontano 2006, quando ti trovi davanti la cattedrale è sempre una grande emozione. Decido di rimandare a domani la coda per la Compostela e mi dedico alla ricerca di una sistemazione per la notte. Nessun albergue accetta i cani. Trovo posto a fatica in una pensione che però non accetta cani, tanto per cambiare. In un’altra pensione, dove li accettano, non hanno camere disponibili, ma l’anziana proprietaria mi viene in aiuto offrendosi di tenere Toby con sè stanotte. Grazie gentile signora, ma và se proprio a Santiago Toby ed io, per la prima volta, abbiamo dovuto dormire separati!
Neda … … da dove partono i 100 km per la Compostela sul camino inglès La ria di Ferrol … … con vista sul porto di Ferrol Fene Pontedeume Betanzos L’albergue di Presedo, completo – 50 km L’area di sosta, nuovissima e attrezzata, dell’encoro de Beche … rifugio di stanotte. La prossima sarà a Santiago! Partenza nella nebbia Sigüeiro, – 15 km a Santiago. Su questa strada? Nooo! Meglio seguire il cammino nei boschi! Meglio? … anche Toby è stanco Da un cammino durissimo … … attraverso boschi incantati … arrivo a Santiago dal cimitero, un’entrata inedita per me … scopro l’esistenza di questo nuovo megaparcheggio E, finalmente, la foto celebrativa davanti alla Cattedrale!
Antonella il cammino inglese non parte da Ferrol? Da dove precisamente? Sai l’albergo di Ferrol dove si trova anche se noi contiamo di arrivare da la coruna in autobus e fare la prima tappa da ferrol
Si, parte da Ferrol, però io provenivo dal camino del norte e l’ho incontrato prima di arrivare a Ferrol. Non ricordo il nome del pueblo, ma è la tappa dopo Ferrol e da li partono i 100 km della Compostela.C’é un buon albergue vicino al ponte pedonale sul rio.Buen camino