Gijon – Cudillero – Luarca -Figueras
26 settembre: 55 km, 25 settembre: 60 km, 24 settembre: 67 km
La difficoltà di trovare alloggio per chi viaggia con un cane in Spagna. La difficoltà di trovare alloggio sul cammino di Santiago per un pellegrino con cane. Siamo sempre in Spagna, ma non dovrebbe essere la stessa cosa. Negli albergue del cammino ci si aspetta di trovare, oltre al logo e al nome ispirati alla figura del pellegrino, un altro elemento, molto più fondamentale: la solidarietà verso il pellegrino, solidarietà che ho trovato più spesso negli alberghi normali. Ieri sera, a Luarca, sono stata cacciata, sì, proprio cacciata, dall’albergue dall’ “hospitalero”, dopo che tutti i pellegrini presenti avevano assicurato che la presenza di Toby non li infastidiva. Me ne sono andata dicendogli che mi rivolgerò alle associazioni che si occupano del Cammino, di cui vorrei entrare a far parte, e che se potrò danneggiarlo in qualche modo, lo faro ben volentieri. L’ho trovato ad aspettarmi a braccia incrociate sulla porta al ritorno dal supermercato dove la sua “complice” mi aveva spedita a comprarmi da mangiare prima che chiudesse. Tutto è stato generato da un “misunderstunding” causato dal fatto che la responsabile dell’albergue, nonchè dell’hotel di fronte, mentre parlava con me era impegnata anche in una conversazione telefonica e quando, al suo “no se admiten mascotas“, ho replicato che in altri albergue mi avevano detto di chiedere agli altri pellegrini se il cane desse fastidio mi ha fatto un cenno che io ho interpretato come un ok. Non si può mettere alla porta una persona, un donna, alle dieci di sera, fregandosene di come e dove passerà la notte. Non si può! Soprattutto da un rifugio per i pellegrini. Albergue come questo e come Casa Carmina di Muros de Nalon dovrebbero sparire dalle guide del cammino, cartacee o online. Che i pellegrini li cerchino su Booking, che tanto e tanti lo fanno già, ma che si eviti di pubblicizzare gratis la loro struttura e garantendogli così un sicuro afflusso di clienti. Casa Carmina, dove l’altro ieri mi hanno respinta dicendomi che non potevano accettare mascotas, che sono le norme asturiane a vietarlo, e dove, mentre me ne andavo, mi sono quasi scontrata con due turisti stranieri con un golden retriver. Alla mia domanda se alloggiassero qui mi hanno prima risposto affermativamente poi, al mio “come mai il vostro cane si e il mio no?”, hanno cambiato versione dicendo che loro erano solo venuti a cenare, versione confermata dalla figlia dei proprietari, che prima mi aveva detto che non accettavano animali, uscita frettolosamente dalla reception. E la conferma che la ragazzotta mentiva l’ho avuta poco dopo, una volta salita in paese, dove almeno tre persone mi hanno assicurato che lì li accettano i cani, evidentemente non quelli dei pellegrini, evidentemente non oggi, per qualche motivo di opportunità loro. Per concludere la giornata in bellezza, a Cudillero, dove a questo punto sono costretta ad andare, ci arrivo seguendo le frecce gialle del cammino. Quattro chilometri e mezzo nel bosco, con discese da paura su fondo pietroso, reso umido e quindi scivoloso dalla pioggia caduta nei giorni scorsi: ci ho messo più di un’ora ad uscìrne, quando gia l’oscurità stava pian piano prendendo il posto del sole al tramonto che filtrava attraverso i rami degli alberi. Bello però! Nel 2009, il mio primo cammino in bici, avevo sempre seguito le frecce gialle, e ce la facevo a spingere la bici… con dodici anni e, soprattutto, un rimorchio in meno. Secondo me, comunque, è cambiato anche il tracciato del cammino. Io di allora mi ricordo le dure salite, soprattutto nella parte iniziale, il Pais Vasco, i cancelli da aprire, le mucche e i tori in mezzo a cui passare, ma non mi ricordo di aver dovuto spingere la bici lungo tutte queste salite ripide e sterrate che poi finiscono per ributtarti sulla statale. E le frecce sul guard rail sono più datate, più vintage, di quelle che ti mandano su queste varianti, sicuramente più piacevoli per i camminatori, ma mortifere per i ciclisti; per fortuna qualche anima buona ha pensato in molti di questi casi, ma non in tutti, di scrivere “bici” in giallo accanto alla freccia gialla sull’asfalto o sul guard rail.
Tornando alla tappa … come è andata a finire? A Cudillero ho trovato un camping aperto e, siccome pioveva a tratti, ho affittato un bungalow e, contrattando, ho ottenuto di pagarlo 40 euro invece di 55, lo stesso prezzo dell’hostal del giorno precedente a Gijon. A Luarca, invece, niente da fare; nessuno che accettasse il cane, per cui mi sono accampata sul lungomare in un’area attrezzata con tavoli e panche, dotata pure di doccia e doccetta per sciacquare via la sabbia dai piedi che mi è servita egregiamente per lavarmi i denti; la doccia ero riuscita a farmela in albergue prima che mi cacciassero.
Stanotte sono a Figueres, l’ultimo pueblo asturiano. Il prossimo, Ribadeo, è già in Galizia ed è lì che ero diretta. Mancavano un paio di chilometri ed avendo visto l’indicazione di un albergue, ho pensato di cominciare a tastare il terreno. Nessuno in giro, ma una luce accesa rivelava la presenza di qualcuno all’interno della casa. Ho suonato alla porta e mi ha aperto una signora in pigiama che, come al solito, mi ha detto che non ammettono animali, all’interno dei locali, però, e mi ha prospettato due soluzioni: che il cane dormisse fuori da solo o che dormissimo fuori entrambi montando la tenda sotto il porticato dell’annesso bar. Ho subito optato per la seconda, senza montare la tenda: basteranno materassino e sacco a pelo. Mi lascia usare la doccia del dormitorio numero 5 e mi lascerà aperto il bagno durante la notte. Non mi farà pagare niente, solo la colazione domattina al bar. Sono l’unica pellegrina, avrebbe potuto tranquillamente contravvenire alle norme dell’albergue e mettersi in tasca i miei 15 euro, ma ha voluto essere coerente. Avrei preferito dormire in un letto al calduccio e soprattutto al riparo dal forte vento che si è scatenato stanotte, inondando di aghi di pino i nostri giacigli, ma la signora Tita ha agito correttamente, non mi ha messa alla porta fregandosene di dove e come avrei passato la notte, pensando che non fosse un suo problema come mi ha risposto quel “gentiluomo” di Luarca ieri sera.
Adesso sono le cinque del mattino e già da un’ora, abbandonato il mio giaciglio sotto il porticato, sto scrivendo il diario seduta a uno dei tavoli. Ah, la dura vita del pellegrino! Menomale che è quasi finita e fra due o tre giorni sarò a Santiago. Ho deciso di arrivarci dal cammino inglese per cui oggi punterò su Ferrol, circa 90 km, poi su La Coruña e da qui a Santiago sono una settantina di chilometri. Si comincia ad intravvedere la luce in fondo al tunnel.










































qui il cammino nel bosco l’ho seguito … per poi ritrovarmi ancora sulla strada. C.v.d. Novellana, paese delle biciclette Cadavedo Luarca la Policia mi sella la Credenziale … e mi spiega come raggiungere l’albergue che, secondo loro, accetta anche i cani … dal quale invece mi cacciano nella notte Toby ed io abbiamo dormito qui. Qualcuno dal cielo avrà guardato giù perchè è stata l’unica notte in cui non ha piovuto Il lato positivo è che ci si risveglia davanti ad un’alba così Ciao ciao inospitale Luarca Santiago? già arrivati? 😀 Navia Qui si protesta contro una miniera d’oro Asturias, dove i campi arrivano fin sulla spiaggia Tapia de Casariego Ancora 4 km e siamo a Ribadeo, Galizia Qui inizia un bel percorso ciclabile su passerelle di legno Decido di fermarmi qui, all’albergue Camino Norte di Figueras, ultimo pueblo asturiano. A domani Galizia