Villahormes – Vega – Gijon
22-23 settembre 2021. 93 km
… di cui 73 oggi e solo 20 ieri. Ieri ho lasciato l’albergue a mezzogiorno passato aspettando che smettesse di piovere: non volevo ripetere l’esperienza del giorno precedente e poi, in quella caduta, anche la Lola ha riportato qualche danno e urge trovare un ciclista. Sono fortunata, ne trovo uno a Nueva, un altro de los pueblos mas bonitos de España, ma non regge il confronto con Santillana.
La Lola aveva due problemini, si era bloccata la rotazione del pedale sinistro e tranciato il cavo della levetta sul manubrio che apre e chiude gli ammortizzatori. La risoluzione del primo è stata questione di pochi minuti, ma la sostituzione del dannato cavetto ha richiesto quasi un’ora e comunque non è tornato come prima. Mi dice il ciclista che ci sarebbe da cambiare una cartuccia all’interno dell’ammortizzatore che lui però non ha. Gli chiedo se posso seguire il cammino con la mia bicicletta, mi assicura di sì, si può fare ed è molto bello. Bello sì, ma, per passare attraverso il solito cancelletto che immette in un prato adibito a pascolo e poi per risalire attraverso quel prato, senza l’aiuto di altri pellegrini a piedi non ce l’avrei fatta mai.
Non volevo fermarmi a Vega, avevo ancora almeno un’ora per avanzare un po’ di più, ma quando passo, già con un po’ di rimpianto, davanti all’albergue “Tu casa” di cui ho sentito parlare bene e mi sento chiamare, so che devo fermarmi qui. Chi mi ha chiamato? Il pellegrino spagnolo marito della ceca: loro sono ancora tutti qui e ci sono solo loro. Un’altra bella cena comunitaria intorno ad una tavola rotonda cucinata da Celine, l’hospitalera che sogna di comprare una casa e aprire un suo albergue. Come ho fatto io con “La casa azul y amarilla”. Magari rimando il progetto del giro del mondo e mi dedico un po’ a lei perché, se si vuole mantenere vivo lo spirito del Cammino, c’è bisogno di albergue così, in cui non si accettano prenotazioni e si viene incontro ai pellegrini (anche qui, in teoria, non si ammettevano “mascotas”, soprattutto cani, anche perché Celine ha un gatto, ma, appena ha visto Toby non ha avuto nessuna difficoltà a cambiare idea).
Stamattina, quando siamo rimaste sole, abbiamo parlato un po’ di queste cose. Pare che la proptietaria di questo albergue sarà costretta a chiuderlo, come già lo era stata lo scorso anno, per la scarsezza dei donativi che non le permettono di sostenere le spese. Ho scritto qualcosa in proposito sui gruppi Facebook dedicati al Cammino e in uno mi è stato rimosso il post. Chiaro: bisogna solo scrivere solo cose positive sul cammino, di che bellissima esperienza sia… post infarciti di ultreya y suseya che ormai non ti dice più nessuno. Parlare di “pellegrini” scrocconi potrebbe risultare offensivo!
Riparto. Fatto tesoro delle esperienze dei giorni scorsi, la tappa di oggi mi fa finalmente avanzare un po’. Raggiungo Gijon pedalando sulla carretera, la N 624, piacevolissima, quasi una ciclovia, dato lo scarso numero di automobili che ci incontri. Ogni tanto un mojon del cammino ti indica un percorso alternativo, sterrato e con pendenze assassine, che dopo qualche centinaio di metri ti ributta sulla strada. A che pro? Solo per non camminare sull’asfalto per un po’? Il paesaggio è lo stesso e, se dà fastidio l’asfalto sotto i piedi basta camminare sul bordo della strada. Menomale che, anche qui, in corrispondenza di queste deviazioni, qualcuno ha scritto in giallo BICI sull’asfalto. A Gijon, dopo averla girata in lungo e in largo alla ricerca di un albergue, una vecchietta che si era fermata ad accarezzare Toby mi dà l’indicazione giusta: nel suo condominio, lì vicino, c’è un hostal che accoglie i cani. 40 euro e anche per stanotte siamo sistemati. Buen camino, Toby. Ultreya y suseya!
menomale che non avrei avuto nessun problema a seguire il cammino e ricomincia a piovere Ribadesella qui il canottaggio è all’ordine del giorno Vega… e uno dei primi horreos L’albergue “Tu casa” il tramonto del 22 settembre … e l’alba del 23 Celine, hospitalera volontaria Porticato tromp l’oeil Basta cammino, per carità fra l’altro, se l’avessi seguito, mi sarei persa questa strada lungo il desfiladero e invece anche questo è il cammino… pare ci siano molte varianti meli carichi di frutti, pronti a trasformarsi in sidra un altro horreo … e un altro ancora Qui si cambia: palomar (piccionaia) Colunga Sebrayo Villaviciosa Gijon in vista