Angoulins-Vergeroux-Cabariot
3 – 4 settembre 2021. 90 Km
Seguire le Velodyssée vuol dire trovarne la segnaletica, e interpretarla correttamente. Quando c’è solo la freccina verde senza indicazioni delle località, se non hai una conoscenza della zona ti puoi sbagliare… e fare alcuni chilometri gratis. È quello che mi è successo ieri mattina quando, dopo tre chilometri percorsi, mi sono ritrovata a passare davanti al prato dove mi ero accampata.
Una volta sulla retta via si pedala lungo il mare fino a Chatelaillon-plage, elegante cittadina col casinò, belle case e con una particolarità: ogni singola spiaggia, invece di avere un nome è caratterizzata dalla sagoma di un animale issata su un palo. Dopo la colazione sui tavolini di un bar davanti al casinò decido di godermela questa bella spiaggia. Faccio però una brutta scoperta: hanno tolto i rubinetti alle docce in spiaggia e l’idea di rimanere salata tutto il giorno non mi alletta. I servizi però sono aperti, mi posso dare una sciacquata qui. Indosso il costume, prendo in prestito il tappetino di Toby per sedermi sulla sabbia e mi immergo, nonostante le enormi meduse spiaggiate di cui è piena la battigia. Credo di essermi anche addormentata mentre mi asciugavo al sole perché si è già abbondantemente fatta l’ora di pranzo. Mi fermo in un chiosco sulla spiaggia dove fanno solo huitres et moules, senza frites però; è poi la volta della visita al castello che chiude la spiaggia e segna il confine con il comune successivo, Fouras.
Il pomeriggio passa in fretta pedalando in un bel paesaggio bucolico, su piste bianche fra boschi e laghetti finché, in quel di Vergeroux, incontro l’indicazione di un camping, ovviamente già chiuso. Sarà un altro pernottamento gratuito, ma non è mica colpa mia se i proprietari latitano così. A me piace pedalare al tramonto, se ne facciano una ragione 😃
Stamattina il camping era avvolto in una fitta nebbiolina dietro la quale però si intravvedeva il sole lasciando presagire un’altra bella giornata di nuvole e sole. La Velodyssée mi conduce a un porto fluviale sulla Charente, un fiume il cui estuario costiruisce un parco naturale in questa zona. Si prende un battellino che ti scarica sull’altra sponda, nel comune di Soubise. Il battelliere mi mostra un ponte di ferro che sovrasta in altezza quello della strada e che mi porterà a Rochefort. Si chiama Pont Trasbordeur, come scoprirò tra poco, ed è come il “puente colgante” di Portugalete, e scopro anche che questo ponte è stato il “set” di un musical del ’67, “Les demoiselles de Rochefort”.
Passato il ponte, mi fermo a rifornirmi soprattutto della pappa di Toby; nel parcheggio del supermercato c’è una laverie e ne approfitto per un bel bucato fatto bene, che ogni tanto ci vuole. Sosta pranzo ritardata per forza di cose al bar di un parco avventura particolare, dove invece di arrampicarsi sugli alberi normali ci si arrampica su quelli di due antichi velieri, ovviamente ricostruiti a questo scopo. Entro nel centro urbano di Rochefort, sede un tempo della Corderie Royal, dove in un lunghissimo edificio che sembra non finire mai si fabbricavano corde e cavi per le navi. Vengo bloccata dalla scomparsa della strada su cui stavo pedalando, che viene sollevata per lasciar passare una lunga fila di velieri. Mi dicono che la cosa richiede tempo per cui seguo la deviazione, indicata confusamente e mi perdo: altri chilometri gratis e, soprattutto, non ci capisco più niente. Mi viene in aiuto una coppia in bicicletta. Lei è italiana, di Potenza, ma vive in Francia da quando aveva sei anni; adesso è nonna, ma l’italiano lo parla ancora bene. Mi accompagnano a una Halte randonneurs davanti a un ristorante su un bel laghetto, ma è chiusa. Le chiavi le ha la mairie, ma é sabato ed è chiusa anche lei. A quest’ora lo sarebbe in qualsiasi giorno, non sarebbe più logico che le chiavi le avesse il ristorante? Comunque almeno la cena é salva e stasera ci si accampa in riva al lago davanti a un tramonto spettacolo!













































Sempre belle foto e tanta voglia di conoscere e raccontare e condividere.
Bonne route e bon courage.
Grazie, merci, gracias… dato che adesso sono in Spagna, quasi a Santiago, ancora qualche giorno