Saint Florent le Vieil – Luce sur Loire
25 agosto 2021. Km 67
Intricato intricato il percorso di oggi. Controllo la mappa de “La Loire a velo” e gli spostamenti delle Google maps: entrambi sono altrettanto intricati. I miei spostamenti denotano tanti avanti e indietro corrispondenti a tanti errori, ma per forza! Qui la ciclovia esiste su entrambe le sponde della Loira, inframmezzata da “route partagée” con le auto. Difficile da seguire, soprattutto se non tutte le frecce riportano i nomi delle località, ma sono generiche, così ti capita di tornare indietro e accorgertene o perché riconosci qualcosa di già visto o perché, quando trovi indicata la località, questa si trova nella direzione opposta alla tua. È successo più volte, così, quando intorno alle cinque e mezza fermo un ciclista in discesa sul lato opposto della strada per chiedergli come raggiungere Oudon, visto che ho già sbagliato due volte la strada per arrivarci, lui gentilmente si offre di accompagnarmici. Mi consiglia anche di fermarmi al camping fra qualche chilometro e, alle mie rimostranze che è troppo presto, mi dice che al prossimo mancano una trentina di chilometri… e siamo in una zona di forti dislivelli, ci arriverei di notte. Strada facendo parliamo. Mi chiede del mio viaggio, si stupisce di come un cagnolino piccolo come Toby possa correre tanto; ci presentiamo: lui si chiama Thierry e abita da quelle parti. Mi offre di piantare la tenda nel giardino di casa sua e manda dei messaggi a sua moglie per avvertirla dell’ospite inattesa, anzi degli ospiti, siamo in due 😉
Una volta arrivati e montata la tenda nel giardino dietro la sua bella casa, faccio la doccia. Nel frattempo Thierry prepara un aperitivo e Toby fa la conoscenza di Diana, la vecchia cagnolona d casa, e del gatto. Perfetto, coesistono pacificamente. Ritorna a casa Soazig, sua moglie. Fatico ad impararne lo strano nome; mi spiegano che in dialetto bretone, e qui siamo vicini alla Bretagna, significa “Piccola Francesca”.
Ceniamo insieme in giardino alla luce morbida di una bella e grande lampada a pile, mi fanno assaggiare del vino locale. Dopo cena rimango a lungo a chiacchierare con loro, soprattutto con Soazig. Hanno due figli più giovani dei miei, adottati in Guatemala, e sono già nonni di una bambina di tre anni che Soazig adora. Mi fa vedere le foto, è bellissima.
Non mi stancherò mai di ripetermelo, sono queste cose, questi momenti di condivisione, questa solidarietà verso una persona fino a poco fa perfettamente sconosciuta, la vera essenza di un lungo viaggio itinerante. E di questi ospiti per una notte si diventa amici… e non solo sui social.


















