Jargeau – Beaugency
19 agosto 2021. 56 km
Tutta colpa della troppa bellezza. Mi sono fermata tre ore ad Orleans e una qui a Beaugency, bellissma cittadina medievale con un’antica abbazia e castello in cui, nelle stradine del centro storico ci si aggira in un sottofondo soffuso di musiche medievali. L’idea iniziale era di raggiungere Blois, ma, data l’ora ormai tarda, almeno Saint Laurent Nouan per avvicinarmi un po’ di più a Tours. La visita imprevista di Beaugency mi ha fatto decidere di femarmici. E menomale perché dal camping di qui si gode la vista della Loira e del bel ponte che la attraversa mentre da quello di Saint Laurent mi hanno detto che si vede una centrale nucleare.
E speriamo che non piova. Siamo in agosto e fa freddo! Ma proprio freddo. Quando, due anni fa, ho pedalato da metà ottobre a metà dicembre lungo la costa adriatica il tempo era migliore: un solo giorno di pioggia, in Puglia, in tutto il viaggio. No, vabbè, la Calabria me la sono dovuta fare in pullman perché era alluvionata da forti piogge, ma era inizio dicembre. Qui è sempre brutto tempo, freddo e nuvoloso, e non ci sono neanche le salite per fartelo apprezzare un po’: quelle me le sono fatte sotto un sole mplacabile… la solita legge di Murphy. E dura da tre giorni.
Devo dormire almeno due giorni su tre in camping. Sarà l’effetto Covid, ma gli alberghi francesi sono diventati cari, molto più di quanto mi ricordassi due anni fa, la mia ultima traversata di Francia prima di questa e non mi posso permettere di spendere 80 euro al giorno per un viaggio che durerà un mese e mezzo. Per fortuna non piove, ma la sera bisogna coprirsi bene.
E fortuna che, cedendo a quello che considero un ricatto bello e buono, mi sono vaccinata ed ho il green pass. Se non l’avessi, sarei davvero nei guai perché nei bar, ristoranti, alberghi e campeggi te lo chiedono. Come farei se non l’avessi?
Sto seguendo la ciclovia “La Loire a velo” e penso di farlo fino alla foce, sull’Atlantico, per poi scendere a Bordeaux e riprendere a seguire la via di Tours, sulla quale sono adesso. L’ho incontrata ad Orléans ed ho il mio bravo “tampon” sulla credenziale, il primo di questo chemin Saint Jacques. Chissà se ci saranno degli accueil pelerins. Ad Orléans ce n’erano due, ma uno accoglieva solo uomini e l’altro non accettava i cani.
Oggi, udite, udite, non ho mai sbagliato strada. La Loire a velo è ben segnalata e fin qui ho la mappa che mi hanno dato all’ufficio del turismo di Briare (domani a Blois me ne dovrò procurare una per la parte rimanente perché stiamo entrando in un’altra regione) Soprattutto oggi, la ciclabile era alquanto pallosetta però, un nastrino d’asfalto in una campagna abbastanza monotona, per fortuna almeno pianeggiante, per cui si procede in fretta. Le cose migliorano quando si vede la Loira che è proprio un bel fiume.
Bella Orléans, piena di riferimenti a Jeanne d’Arc, la pulzella di Orléans, appunto. C’è un museo a lei dedicato e ci sono statue anche in molti paesi nei dintorni.
La ciclovia è piena di cicloturisti, cicloviaggiatori veri e propri, invece, non ne ho ancora incontrato uno: fanno tutti un itinerario di pochi giorni e sono quasi tutti francesi di queste parti. C’è chi si spara almeno centocinquanta chilometri al giorno, come i due con cui ho cenato a Jargeau e chi viaggia coi bambini e ne fa dai trenta ai cinquanta, come la famigliola che ho incontrato prima sulla ciclabile, poi qui in campeggio. E qui a Beaugency ci sono anche i due, marito e moglie, con cui sono uscita da Briare e che ieri mi hanno superata sulla ciclovia. Un mondo che pedala.
E, sorpresa, sta uscendo il sole, adesso che é già quasi sera. Infatti fotografo la tenda inondata dalla luce dorata del tramonto, mentre sto andando a manguare qualcosa allo snack bar all’altro capo del campeggio. E si rivede la luna che tra qualche giorno sarà piena.






























