Caming de Bibieux – Roanne
12 agosto 2021. 80 km circa
Questa di oggi è una di uelle tappe che mi ricorderò, soprattutto per il suo epilogo.
Oggi, mi dico, devo macinare un po’ di chilometri, altrimenti a Faramontanos ci arriverò a fine settembre, altro che fine agosto. É che quest’anno il tempo non aiuta: non ricordo tanti giorni di pioggia da quando faccio questi lunghi viaggi, a piedi o in bicicletta. Al massimo, uno, due temporali, ma quest’anno è un disastro: da quando sono partita credo che tra sole e pioggia siamo più o meno alla pari. Oggi, comunque è una bella giornata, splende il sole e inizia ben presto a fare caldo, molto caldo.
Lasciato abbastanza di buon ora il camping, mi dirigo verso Bonson, un centro grandino. C’è una Lidl e mi ci fiondo. Sulla strada incontro un ragazzo, Valentin, diretto in bici a Saint Etienne che mi dice che fino a Montrond possiamo andarci insieme. Sarebbe l’occasione buona per macinare chilometri, ma davanti a me si apre la vista sul centro di Bonson che voglio visitare. Niente da fare: io viaggio bene da sola, a mi aire, come mi rimproverava spesso Juan.
Proseguo in direzione di Saint Cyprien, incontro la Mare, un fiume, probabilmente un affluente della Loira e ne seguo il corso con Toby che corre felice in questo paesaggio bucolico. Poi ci arrivo alla Loira e attraverso il grande ponte che vedevo in lontananza. Dopo il ponte un bel percorso in parte ciclabile mi conduce a Montrond dove faccio sosta pranzo in un bel ristorantino. Mi rifornisco di acqua fresca e ghiaccio affinché rimanga a lungo fresca nella camel e riparto. Passo da Feurs, grosso centro con un importante ippodromo, A Pouilly les Feurs arrivo stremata dai 40° e da una ripidissima rampetta in salita. L’unica ombra è davanti ad una chiesa. Di fronte alla chiesa un bar con ampia terrazza davanti al quale è ferma un’ambulanza. Vedo che stanno soccorrendo qualcuno e mi sento anche un po’ di troppo, ma é l’unica ombra, non ci posso fare niente. Quando l’ambulanza riparte, entro al bar a chiedere un po’ d’acqua e ghiaccio, che l’altra è già finita: a queste temperature si beve come spugne. La barista habla español, ci intendiamo bene. Mi dice che un signore anziano ha avuto un colpo di calore.
Quando riparto, il tempo inizia a cambiare repentinamente, sicuramente a causa del gran caldo. Neri nuvoloni si addensano dietro di me e qualche lampo comincia ad illuminare il cielo. Il rumore del tuono si sente molto dopo, quindi il temporale é ancora lontano e magari ce la faccio ad arrivare a Roanne, mancano solo una ventina di chilometri. Decido di restare sulla strada nazionale, non sapendo che qui è quasi un’autostrada: alle brutte, mi dico, troverò riparo in una stazione di servizio.
E invece… Sono su una rotonda quando iniziano a cadere i primi goccioloni, mi fermo per riparare Toby e mettermi almeno casco e giacchina “antipioggia” quando una raffica di vento improvvisa e fortissima mi getta al suolo la bici. Per fortuna una macchina, guidata da una ragazza si ferma. La mia buona samaritana si chiama Jessica, mi carica in macchina con armi e bagagli. Ero ancora asciutta; il tempo di smontare borse, carrellino, ruote del carrellino, ruota anteriore della bici e in macchina ci salgo zuppa. Il Toby si deve essere preso una bella paura perché se ne è stato buono buono sul sedile posteriore senza neanche essere legato. Solo a grandinata terminata e pioggia diminuita ha fatto timidamente capolino. Con l’aiuto di Jessica sono in questo bell’hotel con tutti i confort, eccezionalmente al prezzo di internet (poco più della metà di quello normale). Toby è stato accolto con amore, asciugato dal receptionist con un asciugamano bianco pulito e ha già mangiato le crocchettine serali. Adesso tocca a me, qui hanno anche il ristorante. E mi aspetta un’altra gradita sorpresa, mi viene assegnato un tavolo e, al momento di ordinare, la cameriera mi mostra un cellulare con, tradotto in italiano, il seguente messaggio: vi offriamo la cena, ma deve essere riso e pancetta. Merci beaucoup, c’est ok. E hanno pensato anche a Toby: gli portano un piattino con sottili fettine di prosciutto che spariscono in un battibaleno.
Dopo cena facciamo delle foto insieme, con tutto lo staff, mi dicono che per tutti loro è stato un piacere ospitarmi. Sono cose che scaldano il cuore. Grazie di tutto.



























