Saint Chamond – camping de Bebieux

13 Agosto 2021 0 Di wp_1499909

11 agosto 2021. Km 31

Lascio Saint Chamond che sono già quasi le quattro del pomeriggio, dopo l’intera giornata di ieri passata a zonzo a piedi sulle colline qui intorno cercando un bel percorso per raggiungere il centro dalla casa di David. Faceva molto caldo e Toby, che lo soffre abbastanza, non si è perso un solo rigagnolo in cui rinfrescarsi. Ho visitato Saint Chamond, ma non è  che ci fosse molto più da vedere ormai. Come ieri, anche oggi i bar erano quasi tutti chiusi e questo perché da ieri sono entrate in vigore le nuove regole anti covid: per consumare qualcosa in un bar, anche se seduti all’aperto, bisogna esibire il green pass. Se a un controllo ti trovano qualche cliente che ne é privo, fanno 1300 uro cadauno e 135 al cliente, mi spiega una ragazza che gestisce uno dei due bar aperti nella grande piazza principale.
Nel ritornare ho fatto la mia. Avevo deciso di ripercorrere a piedi la strada fatta il giorno prima in bici; fino alla rotonda mi ricordavo tutto bene, poi devo avere interpretato male l’indicazione per Saint’Etienne e mi sono ritrovata a camminare col Toby sulla rampa d’accesso all’autostrada. Ecco perché mi suonavano tutti!
Comunque sono ritornata a casa di David in tempo per preparare due cose da portarmi a casa di Sylvie: la bici e tutto il resto lo lascio qui.
Sylvie arriva dopo le otto di sera, come mi aveva preannunciiato, stanca morta dopo una giornata di ferie spesa per fare pesanti lavori in una vecchia casa che ha comprato per le vacanze e che sta ristrutturando da sola. Tipo particolare Sylvie,  molto eco, bio… in casa sua si entra senza scarpe, come in Giappone. Ceniamo insieme, parliamo molto, di tante cose. Mi dice di avere studiato l’italiano da autodidatta, che di solito va in vacanza in val di Susa, ma quest’estate ha dovuto rinunciarvi per dedicarsi aì lavori di ristrutturazione della casa. Qui vive in un appartamento in una zona tranquilla, con una bella vista sulla città da una parte e sulla campagna dall’altra.
Il mattino dopo usciamo a fare un giro per Saint Chamond; io faccio colazione al bar, a casa sua avevo preso solo il caffè perché lei non usa il latte di mucca, ma quello di riso che, scopro, anche in Francia è vietato chiamare latte. Ieri ho cercato senza successo un paio di ciabatte infradito di gomma (quelle che mi ero portata si sono rotte e le ho buttate); Sylvie mi porta nel posto giusto, le trovo e pure a metà prezzo, me la cavo con quattro euro. Quest’anno devo stare molto attenta alle spese; sono in una situazione particolare ed è la prima volta in vita mia: effetto della pensione e della burocrazia.
Sylvie non si sente molto bene, ma insiste per preparare qualcosa da mangiare per me: zucchine dell’orto di David, formaggio e salame, poi mi riaccompagna in macchina a recuperare la mia bici.
A casa di David c’era Marie con un’amica che si godevano il fresco nella loro piscinetta in giardino, intorno alla quale razzolavano  i polli con in testa il gallo che ieri mattina mi ha dato la sveglia, un’esperienza nuova per me e devo dire bella.
Avrei voluto mettermi in marcia verso le due, ma, tra riallestire e rimontare il tutto, foto d’addio e commiati, sempre tristi, si sono fatte quasi le quattro. E si parte in salita, almeno cinque, sei chilometri,  per poi scendere ad incontrare la Loira a Saint Just sur Loire.

Mi informo dalla gente del posto: in bicicletta si può seguire la Loira. È un percorso piacevole, diventa presto sterrato e posso lasciar correre Toby. Non c’è solo verde, vedo una pista acrobatica per bici e skateboard e un parco avventure tra gli alberi, oltre ad aree attrezzate per i giochi dei bambini. Poi il percorso si fa più impervio: radici sporgenti, pietre, fango e mi tocca abbandonare il bordo Loira. Esco a Bonson e procedo comunque su stradine piacevoli in campagna. Ho fatto solo una trentina di chilometri, ma si è già fatto tardi. Ho l’indicazione di un camping fornitami dai due signori, marito e moglie, che prima, nei boschi, mi hanno aiutato a superare un difficile dislivellio e lo raggiungo. Non c’è reception, chiedo a un signore seduto davanti alla sua roulotte che telefona alla proprietaria. Io, intanto, comincio a montare la tenda in una piazzola con  prese di corrente e abbastanza vicina agli unici bagni del campeggio. La signora arriva, approva. Non mi fa pagare né cane né corrente, una volta accertatasi che non ho una bici elettrica: me la cavo con sei euro compreso il gettone per la doccia calda, ma non c’è ristorante. Pazienza, mi mangerò la pesca e la mezza busta di patatine che ho con me. E invece…
Mentre vado a fare la doccia incontro un signore in costume che mi dice di avermi visto arrivare in bici col cagnolino nel rimorchio. Si chiama Cyril e mi invita a mangiare delle uova nella sua roulotte. Accetto volentieri. Oltre alle uova al tegamino, ha preparato una vellutata di zucca e ha del formaggio… un lusso! Lui vive lì e lavora nel recupero delle cose che la gente butta via, soprattutto oggetti tipo stampanti, computer, telefonini… Di sottofondo una musica a carattere religioso; lui e molto religioso e mi dice che sono una donna di grande spiritualità, che un po’ è vero. Passiamo un paio d’ore piacevoli a parlare delle reciproche esperienze di vita poi a me inizia a calare la palpebra. .Sono stanca e vado a dormire.
Buonanotte Cyril, buona vita… e grazie

Da Sylvie
Si dorme sul divano
con Sylvie e Marie
si parte in salita, all’alba delle quattro… del pomeriggio
… e si raggiunge finalmente la Loira, a La Tauladiere
La Francia è il Paese dei trompe l’oeil
La si attraversa…
… e se ne segue il corso
Saint Just sur Loire
Nella luce del tramonto. Abbiamo già il nome di un camping