12 agosto. Potenza – Rapone

29 Agosto 2020 1 Di wp_1499909
Paesi attraversati:
Potenza – Avigliano – Possidente – Lagopesole – Rapone

90 km

Di essere a Rapone lo so dall’indirizzo dell’agriturismo “Valle Ofanto” in cui sono alloggiata. Avrei voluto arrivare a Calitri, e ci sarei sicuramente arrivata se non avessi sbagliato strada a un bivio. Nel tornare indietro ho capito perché: le frecce con le indicazioni erano crollate a terra e nel mio senso di marcia non erano visibili. Questo ha comportato per me circa cinque chilometri di salita da rifare al contrario. Vabbè, poi in discesa, ma intanto erano passate le otto e mezza di sera ed era buio. Su una strada nel nulla, un nulla che durava già da decine di chilometri, da quando avevo lasciato il borgo di Lagopesole con il suo castello che non ho nemmeno tentato di visitare: un’altra salita gratis ed era già tardino. Era già da un po’ che pensavo: “al primo paese mi fermo”, ma di paesi non ne ho incontrati più.  Ero comunque convinta di essere sulla strada giusta quando ho chiesto ad un camionista… una presenza umana!… se avrei potuto trovare un rifugio per la notte nei pressi del capannone industriale dov’era parcheggiato. Era la prima volta che veniva a scaricare qualcosa qui, non lo sapeva, però conosceva bene le strade e mi ha detto che, se fossi stata nella direzione di Avellino, avrei trovato un ristorante (questo agriturismo) dove si poteva anche dormire. Come se fossi stata? ma io sto andando verso Avellino! No, invece sto tornando verso Potenza. Devo tornare al bivio dove ho sbagliato. Lo trovo, anche grazie alle indicazioni di due ragazzi che sono passati provvidenzialmente in auto per imboccare la stradina buia nel bosco che mi indicavano le Google maps mentre io ero lì, indecisa su cosa fare. Mi dicono che la stradina porta a Calitri, ma é  tutta salita e non é consigliabile a quest’ora, perché col buio escono i cinghiali; se invece continuo dritto, fra circa tre chilometri troverò l’agriturismo. Menomale, ero quasi alla disperazione, mi veniva da piangere.
Trovato l’agriturismo, una cattedrale nel deserto, elegante, addirittura con piscina, mi vengono incontro due ragazzi in tenuta da receptionist e mi informano che è in corso una festa ed è tutto pieno. “Non ci siamo capiti”, ribatto, “io da qui non me ne vado, a quest’ora, con questo buio, nel nulla che ci circonda. Ho anche la tenda, mi posso sistemare nel prato”. Così il ragazzo telefona al proprietario, suo zio,  che arriva, si rende conto della situazione e cerca una soluzione. La forniscono proprio i due ragazzi, suo nipote e la ragazza che è con lui, che mi cedono la loro camera, tanto troveranno posto in quelle degli amici. Grazie ragazzi!
Non chiedo neanche il prezzo, tanto non ho scelta. Dopo cena pago: 64 euro totali. Vabbe, le ultime due notti sono state piuttosto care.
E pensare che i quasi cento chilometri di oggi li ho percorsi tutti nel pomeriggio, avendo dedicato l’intera mattinata, oltre che ad una breve visita al centro di Potenza  (il capoluogo di regione più alto d’Italia), alla ricerca di un saldatore di alluminio prima e alla riparazione poi del portapacchi della Kūbiña. Se non lo trovo qui a Potenza, non lo trovo chissà fino a quando, mi sono detta. E non posso circolare, su queste strade tutte su e giù,  con il rischio che la riparazione fatta da me ceda all’improvviso, magari in una forte discesa: mamma mia, ho già dato, tre anni fa in Francia!
Così inizia la solita caccia al tesoro. In un’officina di assistenza per le moto mi indicano l’uomo giusto, dopo avergli telefonato per accertarsi che sia operativo, anzi, di più: un cliente si offre di accompagnarmici in macchina. È una guida escursionistica e mi descrive, durante il tragitto, le tante bellezze naturalistiche della Basilicata; è lui che mi parla del castello di Lagopesole.
Intorno alle 12.30 lascio l’officina del saldatore, con il portapacchi in sicurezza e le informazioni dettagliate sul percorso che, dopo qualche strappo di dura salita all’inizio, sarà abbastanza piacevole e facile. Mi faccio qualche chilometro sulla statale tipo superstrada a fianco della quale noto una stradina sterrata indicata come ex SP93. Dalle Google maps non riesco a capirci niente, finché non esco dalla statale e reimposto il tutto. Allora sì,  la SP93 la vede! Dannata miss Google!
Da adesso in poi, fino al “fatal error”, il percorso è piacevole: strade poco trafficate nel paesaggio aspro, ma di grande bellezza, della Basilicata.