28 luglio 2020. Modica – Manfria

Modica – Scicli – Donnalucata – Playa Grande – Marina di Ragusa – Punta Secca – Scoglitti – Gela – Femmina Morta – Manfria
Km 100
Cento chilometri oggi! Grazie alla presenza della ciclovia Siracusa – Trapani, quasi tutta su strade secondarie con qualche tratto di pista ciclabile, ma, soprattutto, molto ben indicata. Ad ogni bivio, compariva puntualmente la segnaletica ad indicarmi, oltre alla direzione da seguire, quanti chilometri mancassero a Trapani e quanti alla località, o alle località, più prossime. Un gran bell’aiuto, un po’ come le frecce gialle sul cammino di Santiago: ti evitano di doverti fermare ad ogni bivio a consultare le mappe, a doverle a volte interpretare, con conseguenti andirivieni oziosi.
Stamattina non sono partita sola. Gabriele, prima del lavoro, ha rinunciato alla sua solita scalata per accompagnarmi in bici fino a Scicli, dove si trova la commissaria della fiction Montalbano; prima, però, lasciamo Modica passando sotto il viadotto più alto d’Europa che si vede nella sigla. La mattinata è tutta un “pellegrinaggio” fra i luoghi di Montalbano, fino a Punta Secca (la Marinella di Camilleri), dove ci sono la casa del commissario, con la famosa terrazzina sul mare e il faro che si vede nella fiction.
Reso l’omaggio a Camilleri e al suo famoso personaggio, continuo a seguire la ciclovia sotto un caldo africano, senza neppure un bagno ristoratore perché il percorso si snoda nell’interno; dovrei deviare perdendo così la preziosa segnaletica. Giammai!
A Gela, comunque, la perdo lo stesso, nel senso che scompare. Brutta Gela, forse posizionata ancora peggio di Favara nella mia classifica delle località siciliane peggiori. Ti accoglie con una raffineria e ti fa proseguire attraverso una brutta periferia e un viale centrale pieno di centri commerciali e di traffico. Si salvano i quartieri residenziali e c’è un’importante zona archeologica con tanti resti romani, un museo archeologico… ma sono cose che, se possono attirare i turisti o gli studiosi, non rientrano nel tessuto urbano che è quello che rende una città più o meno vivibile.
Uscita con sollievo da Gela, inizio a guardarmi intorno alla ricerca di un riparo per la notte. Ad un bivio, senza più la segnaletica della ciclovia, fermo un automobilista per chiedergli se nei dintorni c’è qualcosa. Sono fortunata, mi sono rivolta alla persona giusta, il proprietario di un hotel risorante sulla spiaggia di Manfria: mi applica un prezzo di favore e mi scorta fino all’albergo. C’è ancora luce e il mare è invitante; portate in camera le mie cose e sistemata la Kūbiña, anche la giornata di oggi mi regala un bel bagno.
Addio Modica Scicli, il commissariato di Montalbano Addio Gabriele Marina di Ragusa la casa con terrazzina di Marinella a Punta Secca il faro Pedalando fra le serre … sotto un caldo africano via pellegrina ☺ l’entrata in Gela Cartello posto nel posto giusto? 😉 la zona residenziale ciao ciao Gela, finalmente! e adesso… bagno!