6 luglio 2020. Orbetello – Civitavecchia

Feniglia -laghi di Burano – Chiarone scalo – Pescia Romana – Marina di Pescia Romana – Montalto di Castro – Lido di Tarquinia – Civitavecchia
km 83
Si smontano le tende, ci si accommiata dai vicini per una notte, che ci offrono un caffè: si sono portati la macchinetta espresso, ma loro mica viaggiano in bici. Noi certi lussi non ce li potremmo permettere! Ritorniamo ad Ansedonia attraverso il bel parco naturalistico della Feniglia, all’ombra e nel profumo della pineta, riguadagnamo la strada lasciata ieri a Capalbio scalo e cominciamo a seguire le istruzioni, che mi ero diligentemente appuntata ieri su un foglietto, del giovane cammeriere del bar della stazione: arrivare a Pescia Romana dalla litoranea, poi a Montalto di Castro, famosa per la centrale nucleare, mai entrata in funzione e che stanno demolendo, attraverso l’Aurelia, poi seguire la vecchia Aurelia fino a Civitavecchia. Il problema è che, in questa zona, l’Aurelia è una superstrada, con poca o nulla banchina: brutta e pericolosa. A Pescia Romana facciamo una sosta ristoro in una panetteria e chiediamo se non ci sia un modo per evitarla, l’Aurelia. Siamo fortunate, anzi, dovrei parlare al singolare perchè per Francesca non sembra essere un gran problema pedalare su questo tipo di strade: la commessa ci spiega dettagliatamente il percorso, non mappato dalle carte, che però lei conosce per averlo percorso in jeep con il suo fidanzato. Ci raccomanda anche di chiedere al gestore di un chiosco sulla spiaggia di Marina di Pescia Romana come arrivare sull’argine del fosso che dobbiamo seguire. Tutto bene, ne approfittiamo anche per prendere un caffè e ripartiamo con istruzioni dettagliatissime. E fatta? Si, anzi no! Per arrivare a Montalto di Castro un paio di chilometri di Aurelia sono comunque inevitabili, poi c’è la litoranea. Francesca, che, come sempre mi precede, non esce dalla superstrada. Io la seguo, pensando che lei sappia, visto che ha tutte le tracce scaricate sul telefonino, che ce ne sia un’altra, più conveniente, poco dopo. Macché! Sette chilometri sette di superstrada, gratis! In quel tratto l’ho odiata, vabbè, un pochettino: ma come, con tutta la ricerca di un’alternativa, quando l’alternativa non serve più mi rimani sull’Aurelia? Pace fatta a Tarquinia Lido, insieme ad un bel bagno ristoratore e al lusso di prendere il sole sdraiare sui lettini che due gentili signore ci offrono di usare, visto che per loro è ora di rientrare a casa. Non senza fatica, riesco a prenotare con booking un albergo a Civitavecchia: posizione centrale, economico, la receptionist gentilissima. Non ci resta che fare l’indispensabile doccia e visitarci la città.
Bella Civitavecchia, mi è piaciuta molto. Per Francesca, come per molti, finora era solo il porto da cui partono i traghetti per la Sardegna e la Corsica; io avevo più aspettative per via del film di Troisi e Mastoianni ambientato proprio a Civitavecchia. Scopriamo una città vivace, ricca di storia e di testimonianze del passato. Proprio nel giorno della sua morte, passiamo davanti a “La cittadella della musica Ennio Morricone “, un auditorium in un grande parco cintato da mura, dedicato al grande maestro.
Cena a base di yogurt alla frutta e, finalmente, il meritato riposo.
è ora di smontare le tende Feniglia a ritroso il lago di Burano la stazione di Chiarone pietra rosa invece del tradizionale fiocco rosa per Sophie azulejos… come in Portogallo? Il chiosco di Marina di Pescia Romana pedalando sull’argine del fosso pietoso velo sui 9 km di Aurelia, di cui sette evitabili …ma un bagno e un comodo lettino mi fanno tornare il buonumore Civitavecchia ottimo hotel vicino al carcere di minima sicurezza Cena in una yogurteria cittadella della musica “Ennio Morricone”