2 novembre 2019. San Vito Chietino – Termoli

18 Giugno 2020 0 Di wp_1499909

Km 75

Paesi attraversati:
San Vito Chietino – San Fino – Vallevò – Rocca San Giovanni – Piane Favaro – Fossacesia Marina – Torino di Sanfro – Valle Caterina – Morge – Casalbordino – Termini – Lido di Casalbordino – Vasto – Marina di Vasto – Petacciato – San Salvo Marina – Marina di Montenero – Termoli

Proprio di ieri la rassegnazione, da parte mia, a tappe cortine, sui 50/60 chilometri. E invece oggi ho “voluto” strafare e sono arrivata a Termoli nella notte fonda delle sei del pomeriggio, dopo una ventina di chilometri allucinanti sull’Adriatica, l’unica strada possibile. La bellezza della cittadina, però, mi ha restituito il buonumore e mi sono concessa una stanza centralissima, proprio a lato dello splendido duomo, nel B&b Residenza Sveva, altrimenti detto albergo diffuso, nel senso che le camere non sono tutte nella stessa struttura, ma sparse qua e là per il centro. Prima dell’Adriatica al buio, la tappa era stata molto piacevole, lungo la suggestiva Costa dei trabocchi, simili ai capanni da pesca del delta del Po, ma montati ad una certa distanza dalla costa, al termine di un lungo ponticello di legno. La ciclabile da queste parti non è ancora stata terminata; dovrebbe essere una via verde, ma le gallerie sono ancora chiuse e, in alcuni tratti, il fondo è ancora costituito dalle pietre su cui poggiavano le rotaie del treno. Vedo un gruppo di ciclisti infilarcisi e li seguo. Alla fine l’amara conferma ai miei sospetti: un’uscita c’è, e il gruppo di ciclisti che mi precedeva l’ha sicuramente presa, ma prevede la salita di una scivolosa e sconnessa scaletta di legno. Questo significa smontare i bagagli, farsi due o tre viaggi per superare l’ostacolo e rimontare il tutto (dove ho già vissuto questo?), ma, in quel momento, una coppia di ciclisti appaiono sulla strada che devo raggiungere. Richiamo la loro attenzione e chiedo aiuto: in tre, far salire la scaletta alla Kūbiña risulta relativamente facile. Effetto collaterale, graditissimo: anche oggi avrò compagnia, almeno per un po’. Marivita e Fausto, i miei nuovi amici, stanno insieme, ma vivono lontani. Entrambi amano l’avventura, la bicicletta, la canoa, lo sci: hanno quindi molte occasioni per vedersi e condividere le loro comuni passioni. Pedaliamo insieme su stradine bianche e sullo sfondo di panorami stupendi, ci fermiamo a mangiare le nostre provviste seduti per terra, poi dopo una sosta caffè al bar, arriva il momento della separazione, ma Marivita, che vive a Grosseto, mi ha invitata a casa sua quando passerò di lì. Arrivederci, quindi, non addio! Siamo più o meno a Vasto, a una ventina di chilometri da Termoli, e sono quasi le quattro. A Petacciato l’ultima, forse l’unica, occasione per lasciare la statale e cercare un alloggio; ma no, voglio arrivare a Termoli. In breve si fa buio, la strada non è illuminata: non mi resta che accendere tutti i fanalini e resistere fino allo svincolo per Termoli. Arrivata? Ma và! Lo svincolo é interminabile, per oggi devo soffrire ancora un po’.