27 ottobre 2019. Riccione – Fano.

17 Giugno 2020 0 Di wp_1499909

Km 80, compresi quelli supplementari per far visita ad un amico


Paesi attraversati:
Riccione – Misano Adriatica – Cattolica – Gabicce Mare – panoramica del monte San Bartolo: Gabicce Monte , Casteldimezzo ,  Fiorenzuola di Focara , Santa Marina , Pesaro – Fosso Sejore – Fano

Stanotte siamo tornati all’ora solare. Vabbè, basterà uscire un’ora prima di ieri e fermarsi un’ora prima. Il cambio dell’ora può dare fastidio a chi lavora ed è legato all’orologio, e a me ne dava molto; oggi, invece, mi lascia del tutto indifferente: è soprattutto da queste cose che si avverte il cambiamento portato dalla pensione. In questo albergo, per fortuna, la colazione si può fare già alle sette; la simpatica proprietaria mi offre un sacco di roba, insistendo perché mi porti via qualcosa. Ok. Yoghurt, due uova sode, paninetto col salame, biscotti: il pranzo di oggi è servito.
Dopo Misano e Cattolica, a Gabicce mi aspetta al varco il San Bartolo e la sua strada panoramica fino a Pesaro, altro déjà vu, beh, non proprio: oggi c’è un sole splendete, mentre l’altra volta minacciava pioggia, e gruppi numerosissimi di ciclisti della domenica, complice la bella giornata.
Ieri sera mi sono improvvisamente ricordata che a Pesaro vive Dino, il pelllegrino con cui ho condiviso qualche tappa sul cammino sanabrese nel 2008, la prima delle quali, Montamarta – Faramontanos de Tabara, avrebbe assunto tanta importanza nella mia vita. Ce l’ho su Whatsapp e quindi ho ancora il suo cellullare, ma prima gli scrivo su Messenger. Rimaniamo d’accordo che lo chiamerò quando arrivo a Pesaro, però mi chiama prima lui. Mi dice che con sua moglie e la loro piccola Caterina stanno passeggiando sul lungomare Trieste; io penso di raggiungerli in una mezz’oretta. Seee! Ci impiego più di un’ora e quando arrivo e il telefono ritrova un segnale un suo messaggio mi avvisa che sono tornati a casa perché la bambina moriva di fame. Ho l’indirizzo e mi ci dirigo. La casa di Dino si trova in estrema periferia, quasi al capolinea della linea 7 della Bicipolitana; durante il tragitto, mi fermo a mangiare qualcosa lungo il Foglia, il fiume di Pesaro. Suono il campanello. Dopo un po’ Dino apre e sul suo volto si dipinge un’espressione di felice stupore. Sia lui, che Irene e Caterina, non stanno bene e si sono addormentati senza pranzare: ecco spiegato il perché non rispondeva alle mie telefonate. Sono contenta di averlo rivisto, anche se, tredici anni fa, mai e poi mai me lo sarei immaginato in questa versione padre di famiglia. Ho seguito su Facebook alcune vicende della sua vita, il suo matrimonio con Irene, l’attesa e la nascita di Caterina; quello che mi era sfuggito é che Irene ha già altri due figli, una ragazzina e un bimbo e vivono tutti insieme.
Prendiamo un caffè, gli racconto delle persone che ci aiutarono quella notte sul cammino e che io ho ritrovato, il tutto condito dal babillage di Caterina, una ricciolina di quindici mesi proprio carina e poi riprendo la strada.
Questa volta pedalo velocemente: mi basta seguire la ciclabile blu della Bicipolitana (a proposito,  Pesaro è al sesto posto fra le città italiane con la migliore qualità della vita anche per questo, notizia di questi giorni) e poi una ciclabile lungomare mi conduce a Fano. Ovviamente ci arrivo col buio e, chiedendo a qualche autoctono, trovo un B&b ad un prezzo accettabile. Non ho voglia di uscire a mangiare; per fortuna ho ancora le uova sode, una banana, due mandarini e due biscotti; per stasera va bene così. Sono stanca e vado a letto presto,  tanto qui non c’è nemmeno il wifi.